Consuma e non paga "Negro, ti do fuoco"
«Sporco negro, dammi la roba o ti taglio la gola e do fuoco al banco». Alla Magliana ancora una prepotenza contro gli stranieri, un altro arresto per rapina aggravata. Dopo il raid del 14 con mazze di ferro e bastoni in un bar gestito da bengalesi (tre feriti e tutti i presunti responsabili identificati: 6 arresti e due denunce), l'altra notte i poliziotti del reparto Volanti hanno ammanettato M.C., 30 anni, pregiudicato. Al chiosco di bevande e generi alimentari su via Magliana Nuova, aperto notte e giorno e gestito da cingalesi, consumava e non pagava mai, secondo lui la merce gli era dovuta. La storia andava avanti già da un po', da circa due mesi. I cingalesi però erano fiduciosi: al tizio davano quel che chiedeva, nella speranza che un giorno avrebbe saldato il conto. E ogni volta segnavano su un taccuino quello che il pregiudicato portava via. Totale: quasi 200 euro. L'altra notte la solita scena. M.C. arriva e chiede una birra. I cingalesi stavolta sono restii. Gli ricordano che deve un mese e mezzo di consumazioni non pagate. Lui reagisce e minaccia: «Datemi una birra o vi taglio la gola». I cingalesi cedono, fanno come dice. Il tizio prende la bottiglia e se ne va al bar davanti, mentre gli immigrati chiamano i carabinieri: le indagini rapide e serrate sul raid li hanno incoraggiati a non subire altre prepotenze. I militari arrivano in via della Magliana Nuova, identificano M.C., spiegano ai cingalesi che possono sporgere denuncia e se ne vanno. Il trentenne invece torna. Stavolta più arrabbiato di prima. Si presenta ai cingalesi armato di coltello: «Ora la gola ve la taglio davvero». Punta l'arma al collo degli stranieri e si fa consegnare quello che c'è in cassa, circa duecento euro. Dopo l'aggressione parte la telefonata al 113. I poliziotti non esitano ad arrestarlo, portandolo al commissariato Monteverde. Il fatto segue il solco dei precedenti che hanno fatto da sfondo al raid nel bar dei bengalesi. Prima della spedizione punitiva, infatti, ci sono stati vari episodi dello stampo di quello accaduto l'altra notte: ai prepotentidi turno, i bengalesi dovevano dare la merce gratis, altrimenti erano botte. Fino a quando uno degli immigrati si è rifiutato di sottostare alle minacce, fuggendo e riparandosi nel bar dell'altro bengalese, a sua volte già oggetto di altre minacce (cone le scritte di verni sull'auto: «Bastardo nergro, vattene»). Il raid è stato l'epilogo. Contro la violenza e il razzismo, ieri pomeriggio da piazza Meucci si è mosso unl corteo di protesta organizzato dal XV Municipio. Un centinaio i partecipanti.