Barricate dei parroci contro i condom in classe
«Non è mettendo in mano i preservativi ai ragazzi che si fa educazione sessuale, sono solo un incentivo al sesso, impongono un'emulazione forzata e non servono a fare prevenzione». A scuola entrano i distributori automatici di condom con l'appoggio della Provincia di Roma. E i preti non ci stanno. La rivolta contro i «cattivi maestri» riparte dal basso, dagli oratori delle parrocchie di frontiera, punto di riferimento per centinaia e centinaia di ragazzi della periferia romana, dove lavorano i sacerdoti di prima linea con le maniche arrotolate perché hanno da fare. Sono al fianco del cardinale vicario del Papa nella diocesi di Roma, Agostino Vallini, contro la breccia di Porta Pia aperta al Liceo scientifico Keplero, che dalla prossima settimana venderà preservativi al prezzo politico di due euro, con le macchinette erogatrici collocate nei bagni di maschi e femmine, per tutelarne la privacy. «Non è offrendo una visione gommificata della sessualità che la scuola può fare prevenzione» dice don Andrea davanti all'oratorio di Nostra Signora di Coromoto, a viale dei Colli Portuensi, un approdo per i figli dei 25 mila parrocchiani. «I giovani devono essere ascoltati e compresi e noi cerchiamo di educarli con il coinvolgimento della famiglia» spiega il parroco di Santa Silvia, don Paolo, un'altra grande realtà parrocchiale, più di 25 mila persone al Portuense. Ma con la presenza di distributori automatici di preservativi, la scuola si sostituisce alla famiglia imponenendo le sue leggi anche nel delicato ambito della sfera sessuale. «E invece neanche allo Stato deve essere consentito questo, l'educazione spetta alla famiglia» hanno ribadito i parroci che, ieri sera, durante la riunione della 29esima Prefettura (che riunisce le chiese sullo stesso territorio del liceo Keplero, a sudovest di Roma: Nostra Signora di Coromoto, Santa Silvia, Nostra Signora di Valme, Santo Volto alla Magliana, Santi Aquila e Priscilla) hanno manifestato la stessa «viva preoccupazione» per la «banalizzazione della sessualità» espressa martedì dal cardinale Agostino Vallini. I sacerdoti si sono detti «preoccupati», anche perché la scuola pilota che ha reso operativa la mozione approvata dalla Provincia tenta il colpaccio, con l'appello lanciato mercoledì ai colleghi dal preside Antonio Panaccione. «Non abbiate paura» ha detto Panaccione, che ha rubato la frase più famosa di Papa Wojtyla per invitare ad aprire le scuole di Roma e del Lazio ai preservativi. «Cattivi maestri» li aveva definiti la scorsa estate Benedetto XVI quando il 18 giugno in Provincia passò la mozione che apriva la strada ai preservativi a scuola, e il Papa aveva esortato gli amministratori romani a «evitare scorciatoie» e «banalizzazioni della sessualità» «nell'educazione ai ragazzi». Amministratori cattivi maestri lo sono anche per i parroci delle chiese attorno al Keplero, che ha aperto il varco con un consenso bulgaro, a cominciare dai ragazzi che hanno approvato all'unanimità la proposta presentata dal rappresentante degli studenti Alberto Belloni, 17 anni, che è anche vicepresidente del consiglio dei giovani in XV Municipio. «Ma davvero può bastare una votazione per fare questo?» si chiede don Stefano, vice parroco della chiesa del Santo Volto alla Magliana. Per il preside del liceo classico Montale, Francesco Girgenti «non basta». Anzi, i distributori automatici dei preservativi a scuola sono un «abuso», perché «non sono previsti nell'elenco degli arredi di scuola». Invece nelle scuole spariscono i crocefissi «previsti dagli arredi» e arrivano i distributori di condom. Anche con il consenso del prof. di religione del Keplero, Genesio Petrucci.