S. Raffaele, 3 mila bimbi a rischio cure
Da maggio 3 mila bambini con gravi disabilità neuromotorie in cura all'Irccs San Raffaele in via della Pisana perderanno le terapie in day hospital. È l'effetto dei tagli del piano di rientro dal deficit sanitario che ha coinvolto anche l'alta riabilitazione, con il declassamento in riabilitazione semplice. Cosa vuol dire lo spiega Ilaria Ceccarelli, mamma di un'adolescente di 16 anni, in cura da 10 al San Raffaele. «Nel piano di rientro dal deficit sanitario non esiste più la possibilità di fare riabilitazione in day hospital ma solo in ambulatorio» spiega Ilaria, vicepresidente dell'associazione Arcadinoialtri. Fino ad oggi è stato evitato il peggio. «Da quest'estate l'irccs ha tenuto aperto il day hospital gratis». Ma non sarà così per sempre. «Tra un mese - spiega Ilaria - i nostri figli perderanno la continuità delle terapie. E il lavoro dell'equipe dei medici sarà gettato al vento, compresi i risultati, perché per apprezzarli ci vogliono continuità di cure e anni, per perderli basta un attimo». L'alternativa è l'ambulatorio. «Ma la riabilitazione per questi ragazzini non è come andare dal dentista». Come mai? «Il day hospital significa avere un team di persone che lavorano con il bambino, dalla logopedista alla psicologa all'assistente che insegna comunicazione attraverso il computer» racconta il presidente di Arcadinoialtri, Alessandro Giuliano Peru, padre di un bimbo di 3 anni. «E i medici specializzati, tutto perduto con l'ambulatorio». Lieviteranno le liste d'attesa, già lunghissime «8-12 mesi per avere la speranza di un ingresso» continua Ilaria. «E senza cure, nell'attesa, la regressione delle patologie di questi bambini necessiterà di un nuovo e più pesante impegno di cura, contribuendo ad un ulteriore allungamento delle liste». E c'è gente che al San Raffaele approda dal Sud. «Anche per questi bambini porte chiuse». E c'è di più. «Queste strutture - spiega Ilaria - ci garantiscono anche la certificazione necessaria per il sostegno, per i centri diruni e l'assitenza domiciliare e ci ritroveremo soli, senza più riferimenti». L'effetto dei tagli si sente anche a Cassino, dove la riabilitazione diventa ordinaria persino nell'Unità di risveglio per i comatosi del San Raffaele. E ricade sui « malati di sclerosi laterale amiotrofica» spiega il presidente dell'associazione Vivalavita Mauro Pichezzi e sui «malati di Parkinson» dice Grazia Nardone, presidente Aip. Il 26 marzo tavola rotonda all'Hotel Summit in via Arelia 99 alle 16. «Metteremo in atto tutte le proteste - annuncia Peru - compreso le azioni legali contro la Regione Lazio, contro i tagli e per il diritto alla salute».