Infermiere a spasso La laurea non basta
C'è un luogo comune da sfatare: chi si laurea in infermieristica (corso di laurea triennale) trova subito lavoro perché c'è una carenza cronica di infermieri negli ospedali. La carenza c'è, il contratto di lavoro no. Per rientrare dal pesante deficit in cui versa il sistema sanitario del Lazio, la Finanziaria 2009 ha previsto il blocco delle assunzioni. «Ma in realtà sono anni che non si assume più nessuno - precisa Daniela Rastelli, 27 anni, infermiera neolaureata all'Università Cattolica - in ospedale si trovano solo contratti da libero professionista senza nessuna forma di assicurazione. Per cui se ti fai male o danneggi qualcuno paghi in prima persona. La logica è tanto lavoro, tanto guadagno». E così ha optato per un contratto di quattro mesi con la società «Ambulanza Città di Roma». «Il lavoro mi piace molto - dice Daniela - ma sono qui da tre mesi e non ho visto un euro. Resto fiduciosa ma certo è dura. Il lavoro? Turni di dodici ore (8-20 oppure 7-19) e a volte anche il notturno». Nella stessa situazione c'è Cristina Rapone, 23 anni, infermiera laureata dal novembre scorso e contratto di quattro mesi con l'azienda «Città di Roma». «Io abito a Sezze e tutte le mattine mi sveglio alle cinque. Mio padre mi accompagna alla stazione e lì prendo il treno pendolari e entro in servizio alle 8. È la mia prima esperienza di lavoro, l'entusiasmo è tanto ma effettivamente non ho percepito alcun stipendio. Se non ci fossero i miei genitori a mantenermi non potrei neanche pagarmi l'abbonamento del treno per venire al lavoro». Qualcosa di simile è successo anche a Angela Febi, 50 anni, infermiera laureata da due anni. «Io abito a Latina e sono pendolare. A Natale mio marito mi ha chiesto che regalo volevo. Gli ho detto: voglio un abbonamento trimestrale del treno. E quello ho trovato sotto l'albero». Lei è diventata infermiera a 48 anni? «Due anni fa ho realizzato il sogno della mia vita: diventare infermiera. Io ho fatto la maestra elementare poi quando le figlie sono diventate grandi ho deciso che era giunto il momento di cambiare. E sono andata all'università insieme a una mia figlia. Buffo vero?» Anche lei, però, niente stipendio da quattro mesi? «Guardi, comunque io ringrazio la "Croce amica" che mi ha dato la possibilità di lavorare. Mi piace il rapporto umano con i malati. Il senso di riconoscenza, la gratitudine che leggi nei loro occhi».