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Raid alla Magliana, presi 3 teppisti

I danni dopo il raid alla Magliana

I residenti: "Siamo noi le vittime"

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Primi arresti dopo il raid nel bar dei bengalesi, il «Brothers» alla Magliana, periferia sudovest di Roma. Ieri sera i carabinieri della stazione Villa Bonelli, coordinati dalla Compagnia Eur, hanno arrestato un maggiorenne e due minorenni, rispettivamente di 20, 16 e 15 anni, ritenuti gli organizzatori della spedizione alla quale hanno preso parte otto persone, residenti alla Magliana. La maggior parte di questi sono minorenni. I componenti del gruppo non sarebbero nuovi a scorribande del genere. O almeno a aggressioni contro stranieri, sempre bengalesi. Due di loro, qualche mese fa, sono stati denunciati per lesioni per aver picchiato un altro bengalese della Magliana. I presunti picchiatori sono stati tutti identificati. Nelle prossime ore potrebbero esserci nuovi provvedimenti. Le indagini dei militari sono state incalzanti. Buona parte dei violenti, che hanno preso parte al raid, già ieri sera, erano stati identificati. La conferma c'è stata con le perquisizioni avvenute durante la notte, nelle case dei sospettati. Qui infatti sono state trovate le "armi" che sarebbero state usate per l'assalto. Ieri pomeriggio i rilievi della Scientifica hanno trovato conferma con la scoperta delle impronte digitali corrispondenti con i ragazzi. «I giovani hanno agito a volto scoperto e prima di andar via hanno rubato alcune centinaia di euro» ha spiegato il comandante dei carabinieri del Gruppo Roma, il colonnello Alessandro Casarsa. I carabinieri hanno accertato che per picchiare sono state gambe di sedie e paletti presi in strada «facilmente reperibili e non riconoscibili come armi». Rilevante ai fini delle indagini la spalla offerta dalla comunità bengalese che, dice Casarsa, ha collaborato «in modo aperto». E i bengalesi hanno ringraziato i carabinieri, ieri mattina, anche per l'aiuto offerto dai militari della «caserma di Villa Bonelli» contro le aggressioni «nell'ex scuola 8 marzo occupata a via dell'Impruneta». I bengalesi sono terrorizzati. Le violenze andavano avanti da mesi con minacce e aggressioni a scopo di rapina. Tante le testimonianze. «Sono stato rapinato alle 8 di sera proprio in questa via - racconta Mohammed - Mi hanno puntato un coltello alla gola e mi hanno rapinato di 50 euro. A un mio amico invece è andata peggio: aveva con sé solo 5 euro e per questo l'hanno picchiato». Zibonhou, un altro cittadino bengalese, ricorda ancora con terrore «un gruppetto di 15 ragazzini che con la scusa di chiedermi la sigaretta mi si sono avvicinati e mi hanno minacciato con un coltello». E ieri mattina un bengalese ha raccontato le minacce di un portiere. «Stasera tocca a te» si è sentito dire. Nel quartiere tutti sapevano. «Sono i soliti ragazzini. Ma non è razzismo. E non lo dico per sminuire quello che è successolesi» dice il cliente di una pasticceria vicino via Murlo. Per i carabinieri «non è un atto politico». Si tratterebbe piuttosto «di una ritorsione per screzi precedenti» ha detto il generale Vittorio Tomasone, comandante provinciale dei carabinieri. Episodi che si sono inseriti in un "disagio" in cui vive il quartiere e soprattutto quei giovani, giovanissimi che sembrerebbero gli autori del raid.

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