Che il commercio a Roma non sia materia semplice è noto ormai da tempo.

Cosìil nuovo regolamento per le attività di somministrazione di alimenti e bevande approvato ieri in Consiglio comunale ha incominciato a dividere politici e quartieri ancora prima di arrivare all'esame definitivo dell'aula. La protesta del rione Monti per essere stato escluso dall'elenco delle vie e dei quartieri nei quali non sarà possibile rilasciare nuove licenze si è rivelato un bluff. Un emendamento del delegato Gasperini aveva infatti già sanato la dimenticanza. Ma non è stata questa l'unica bizzarria della nuova disciplina. Un altro consigliere della maggioranza, Giordano Tredicine ha presentato ben 120 emendamenti per modificare il reoglamento. E l'opposizione non è stata a guardare. Di «mercato delle vacche» ha parlato in aula il cosigliere del Pd, Athos De Luca, con la replica stizzita dell'assessore Bordoni: «Invierò questo verbale del consiglio all'avvocatura comunale a mia tutela». La bagarre tuttavia ha fatto da cornice a una materia difficile e complessa che, alla fine, è stata modificata: licenze a punti per bar e ristoranti, con nuovi criteri strutturali per i locali e di qualità per il servizio, e stop a nuove concessioni nelle zone che già segnano il «tutto esaurito» in fatto di pub, bar, ristoranti e locali vari.