I residenti: ma quale razzismo Siamo noi le vere vittime
Una bravissima persona. Mohammed Masuh Miah, 51 anni è conosciutissmo alla Magliana. E anche chi non sa come si chiama ne parla bene. «Il bengalese ciccione del bar di via Murlo? Perbene come la sua famiglia». Ma nel suo bar i romani non ci vanno. «È un locale frequentato solo dagli immigrati», descritto «come un covo», «perché non si entra in quel posto per prendere solo un caffè ma si resta lì tutto il giorno», «a fare che, poi?» si chiedono con sospetto i romani che abitano a via Murlo e si dicono «esasperati» di quel che accade nella strada ribattezzata spregiativamente «il triangolo delle Bermude» ma anche «Las Vegas» per via delle sale gioco e scommesse, «tre nel giro di pochi metri» dicono «e un'altra sta per aprire». La notte è un inferno. «Qui non si dorme più e la domenica pomeriggio non si passa perché c'è gente ubriaca che si tira le bottiglie addosso» e ci sono «risse continue, di giorno e di notte» raccontavano ieri mattina i residenti del popolare quartiere, gente che si alza all'alba per andare a lavorare e rincasa la sera ma non basta a scrollarsi di dosso l'etichetta affibbiatagli ai tempi della banda della Magliana. «In questi palazzi - indicano i residenti - ci sono appartamenti dove vivono in 30, a noi italiani questo non sarebbe permesso». «Abbiamo raccolto firme per protestare ma non sono servite» dice Orlando Favetti. È vero «Masuh è bravo» e i «bengalesi in galera non ci sono». Ma il problema è che sono in molti a non rispettare le regole. «Chi vende birra lo fa oltre l'orario consentito e sottocosto - spiega Guido Natoni - così gli extracomunitari vengono a fare incetta nei tanti negozi etnici che pullullano alla Magliana e il risultato sono le strade trasformate in bivacchi». A piazza Vico Pisano, oggi piazza De'Andrè, indicata dai bengalesi come il punto di ritrovo dei ragazzi italiani, soprattutto l'estate, quando la scuola è finita, si sentono ben altre proteste. «Gli immigrati te imbruttiscono, quando passiamo ci chiamano "italiani di merda", fanno pipì davanti ai bambini che giocano nel parco e ultimamente hanno allungato le mani su una dodicenne». «Siamo noi romani gli immigrati, perché gli stranieri sono avvantaggiati in tutto. E se facciamo meno figli è perché non troviamo posto all'asilo - dice un padre di due figli -. Pago 250 euro al mese per mio figlio e sono andato in XV Municipio a protestare perché all'asilo il posto per i figli degli immigrati si trova sempre, per i nostri mai».