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Il comandante Giomi «I circoli un'anomalia»

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L'altranotte, quando arriva in via Cappadocia sono le due. Il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Gioacchino Giomi, indossa la divisa scura, il casco dorato, afferra la torcia e scende il quel budello nero arso da fumo e fiamme che è diventato il Sabor Latino, da circolo culturale a cimitero. Comandante, che ha visto laggiù? «Il locale sembra un lungo corridoio, largo circa sei metri e lungo venti. Ci sono alcuni tavoli, l'angolo del dj e il bancone dove si servono bevande e cibi». C'è una cucina dove si preparano cibi? «Non l'abbiamo trovata, né abbiamo rilevato alimentazioni a gas». Da dove è partito l'incendio? «È presto per dirlo». La zona maggioramente interessata dal fumo, dalle fiamme? «Sembra quella del soffitto, la parte centrale, dove c'è l'impianto di filodiffusione». L'uscita di sicurezza era chiusa o aperta? «Non era di facile apertura come dovrebbe essere. pareche fosse chiusa e che si è perso tempo per aprirla». Scusi, ma chi apre un circolo culturale non dove rispettare le norme antincendio come ogni altra attività? «I circoli culturali non sono attività soggette a controlli da parte dei vigili del fuoco. La normativa li intende come spazi privati, dove cioè il responsabile della sicurezza è il rappresentante dell'associazione. Quindi è un'attività svincolata ai controlli che di regolare vengono eseguiti per altre attività commerciali». I cittadini dicono che alla fine di febbraio avevano richiesto l'intervento dei pompieri proprio per presenza di fumo proveniente da Sabor Latino, e non era da cucina. «Verificheremo. Ripeto, è presto per tirare conclusioni». Oggi i tecnici dei vigili del fuoco dovrebbero consegnare agli inquirenti una relazione dettagliata sui rilievi eseguiti all'interno del circolo dopo l'incendio per cercare di capire la causa del rogo e da quale punto si è scatenato. Fab. Dic.

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