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Riparte l'Irbm, parco scientifico

Laboratorio

Pomezia, l'istituto acquistato dall'imprenditore romano Di Lorenzo

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La rinascita dell'Irbm Science Park (Istituto di ricerca biologico molecolari) di Pomezia. Dopo la bufera che lo scorso anno aveva investito uno dei maggiori centri ricerca farmacologici del territorio pometino (200 lavoratori in cassa integrazione), ieri c'è stata la riapertura ufficiale della struttura che sarà guidata da un imprenditore romano come Piero Di Lorenzo, insieme ai figli, noto in altri settore come la produzione televisiva. Si tratta di un parco scientifico che si estende su una superficie di 72 mila metri quadrati di cui 22 mila di laboratori attrezzati con alcune apparecchiature uniche in Italia ed all'avanguardia in alcuni settori come lo studio dei peptidi. Un gioiello del campo della ricerca avanzata che rischiava di chiudere i battenti inesorabilmente, dopo che la Merck Sharp & Dohme, multinazionale farmaceutica americana, proprio all'inizio del 2009 aveva deciso di concentrare le proprie attività di ricerche negli Usa. L'Irbm, che oggi potrà contare su circa 50 tra ricercatori e tecnici ed altri 30 pronti a rientrare entro quest'anno, è conosciuta per aver scoperto un farmaco per contrastare l'hiv come l'Isentress, mentre altri brevetti in via di sperimentazione sono stati lasciati alla disponibilità della nuova società Irbm Science Park, come quelli sui peptidi, sul cancro e sull'obesità. Nonostante l'assenza del Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, erano presenti Mons. Zygmunt Zimowsky, Presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale degli Operatori Sanitari, il sen. Guido Viceconte, sottosegretario Istruzione, Università e Ricerca, il sen. Antonio Tomassini, presidente della commissione Igiene e Sanità del Senato, insieme agli assessori regionali Daniele Fichera e Claudio Mancini, quello provinciale Massimiliano Smeriglio, ed il sindaco di Pomezia, Enrico De Fusco.

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