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Villa Miani, 4 ultrà autori del pestaggio

Carabinieri

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Bravi ragazzi un corno. Ricchi sì, figli di famiglie della Roma bene, abituati a chiudersi alle spalle i solidi portoni dei bei palazzi al quartiere Trieste. Portafogli gonfio. E spocchia direttamente proporzionale al delirio d'onnipotenza. Se non fossero incappati in un mastino della stazza di Vittorio Rizzi, a capo della Squadra Mobile della Questura di Roma, l'avrebbero creduto davvero di essere invincibili. Invece ieri mattina, dopo quasi due mesi di indagini serrate, si sono chiusi i giochi per i quattro autori del massacro a villa Miani la notte di Capodanno. E sono finiti in carcere i tre appartenenti all'ala più estrema della tifoseria ultrà della Roma insieme ad un ultrà della Lazio. Durante il veglione di San Silvestro a Villa Miani, ispirato al film di Kubrick, «Eyes wide shut» pestarono a sangue un giovane di 25 anni che aveva difeso la fidanzata da avances oscene, arrivando a spegnergli un petardo sul viso. Per un pelo non fu omicidio. Volevano gettarlo dalla collina di Monte Mario. Ma intervenne la vigilanza, e una guardia giurata si beccò una coltella, 50 giorni di prognosi il ragazzo. Da quella sera, i Falchi della Mobile, sotto la guida di Tommaso Niglio, e il dirigente del commissariato Monte Mario, Massimiliano Giordano, hanno passato al setaccio le liste delle persone che parteciparono al veglione. Hanno sentito testimoni e fatto verifiche riuscendo a dare un volto e un nome ai 4 aggressori. «Sono loro». Li ha riconosciuti la vittima quando i poliziotti della Questura di Roma gli hanno mostrato L.R., 29 anni; C.S., 35 anni; A.G., 28 anni; B.A., 29 anni. Il pm ne ha richiesto l'arresto per tentato omicidio (con l'aggravante dei futili motivi), sevizie, lesioni gravissime, minacce e porto abusivo d'armi. Contro due di loro era anche stato emesso un provvedimento Daspo. Il Gip ha convalidato la richiesta del pm, Eugenio Albamonte, e i 4 sono stati condotti a Regina Coeli. Il sindaco Gianni Alemanno rivolge «un plauso agli uomini della Questura, che, in brevissimo tempo, hanno identificato e tratto in arresto i responsabili». «Al Questore Caruso e al capo della Squadra Mobile, Vittorio Rizzi, che hanno coordinato l'inchiesta, condotta insieme agli uomini del Commissariato Monte Mario va il mio ringraziamento. Ora mi auguro una sentenza esemplare».

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