Servizio pubblico, se lo Stato da 4 e tu produci 1
Lecose indecenti nella gestione del servizio sanitario sono due, l'una dipendente dall'altra, e non si tratta di quella che demagogicamente campeggia nei programmi elettorali, e cioè: «Fuori la politica nella sanità». La politica deve esserci e deve governarla. A patto che sia politica seria. Il punto è che nel nostro Paese non è così - e vengo alla prima delle degenerazioni - dal momento che la sanità, che in alcune Regioni è tutto, assume su di sé l'economia, il lavoro, la produttività e le speranze dell'intera comunità ed è diventata il centro non del consenso politico ma del consenso elettorale - fatte le dovute eccezioni di terz'ordine - per gestire il quale - seconda degenerazione - dirigenti e politici impegnano enormi risorse senza alcun riguardo all'efficienza e alla qualità del servizio, ma esclusivamente in funzione della creazione di centri di potere. Esempi ve ne sono. Li traggo dall'ultimo rapporto Ospedali e Salute di AIOP, presentato in Calabria all'inizio del 2009. Grazie al confronto tra i bilanci di aziende ospedaliere e ospedali a gestione diretta di sei Regioni, abbiamo stimato quote di sovracosti della sanità pubblica rispetto a quella privata variabili dal 20 a oltre il 40%. In Toscana il differenziale tra il valore della produzione secondo la tariffa stabilita dallo Stato e il totale dei costi, è del 30%, in Piemonte è del 39,4%, in Calabria del 47,2%. Ecco alcuni esempi eclatanti dal rapporto calabrese: l'Ospedale di Soveria Mannelli produce prestazioni per 5.987.195 euro e lo Stato lo sovvenziona con 24.037.100 euro; l'Ospedale di Scilla-Melito risulta produttore di prestazioni per 12.836.869 euro però ne risucchia 23.316.227, gli ospedali della Piana di Gioia Tauro a fronte di prestazioni per euro 23.672.538 prelevano dalle tasche dei calabresi 73.625.502. Sono dati inquietanti, che sarebbero più intellegibili se fossero inseriti in bilanci chiari, redatti secondo le norme civilistiche e in maniera trasparente. Ciò dimostra che le risorse impegnate per il SSN sarebbero più che sufficienti per garantire assistenza e cure di eccellenza e sostegno alla ricerca. In questo modo, invece, si finanziano gli sprechi. * Enzo Paolini, presidente AIOP (Associazione Italiana Ospedalità Privata)