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Parte dalla periferia la rivolta dei writers

Writers

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Non ci stanno a passare per vandali. Dicono che la loro è «arte» e come tale non può essere frenata da un'ordinanza antidegrado voluta dal sindaco Alemanno che prevede multe fino a 500 euro per chi scrive sui muri. Fatto sta che ieri un centinaio di writer si sono uniti e dati appuntamento in diversi quartieri della Capitale sfogando la loro «rivolta artistica» a suon di bombolette spray. L'iniziativa è partita da Cinecittà, primo Municipio coinvolto, per proseguire in contemporanea a Tor Bella Monaca, Montesacro, Tufello, Quadraro, Casalbertone e Tiburtino. Nel giro di poche ore i muri presi di mira erano tutti colorati e firmati dai tag ai più incomprensibili. «Affermiamo il nostro no alle norme varate dalla Giunta Alemanno – spiegava una attivista del centro sociale La Strada alla Garbatella - I writer fanno arte, non sono vandali e non sono criminali che imbrattano i muri ma sono espressione dell'arte di strada». Il tam tam era partito dalla trasmissione radiofonica Enbata su radio popolare Roma ieri mattina, dove il conduttore aveva inneggiato al writing come a una corrente artistica di strada citando anche il caso del Comune di Parigi che ha inserito il writing nell'arredo urbano della periferia. Subito un gruppetto di ragazzi dai 18 ai 24 anni si sono riuniti in via Pasquale Stabilini a Cinecittà Est e sotto gli occhi dei passanti hanno preso a colorare un muro scelto tra i tanti. «Il sindaco ci toglie gli spazi – ripetevano a gran voce – e noi gli rispondiamo con la nostra creatività». Hanno anche dato un nome alla giornata di ieri: «Per la libertà di espressione e contro ogni forma di repressione», ricevendo la solidarietà di Andrea Alzetta, capogruppo capitolino Roma in Action («Sono con gli artisti di strada che hanno deciso di ribellarsi all'ennesima ordinanza di divieto del sindaco Alemanno), ma anche la posizione ferma dello stesso sindaco che ha ribadito il suo no al dialogo contro gli autori delle scritte selvagge. Piuttosto, il Comune starebbe studiando spazi adeguati nei municipi capitolini dove i writer potranno dare sfogo alla loro arte. E la realizzazione di un albo delle associazioni che riunirà gli «artisti di strada».

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