Arrivano le case "intelligenti"
Non è lontano il momento in cui si potrà semplicemente dire «prepara un bagno caldo» e voilà, come per magia poco dopo avremo la vasca pronta alla temperatura desiderata. Così come il semplice interruttore della luce diventerà un vecchio ricordo, sul modello del telefono grigio della «sip». Al suo posto ci saranno dei sensori speciali rileveranno il passaggio e accenderanno la luce al nostro passaggio. Sono le cosiddette «case intelligenti», che faranno risparmiare fino al 40 per cento di energia. Un prototipo è già stato realizzato proprio a Roma, alla Fondazione Santa Lucia. E sempre da Roma sono partiti importanti progetti dell'università La Sapienza, destinati a fare da apripista nel settore in tutto il mondo ma che soprattutto punta ad applicare «l'intelligenza» agli edifici pubblici. «Il problema di un edificio pubblico - spiega Roberto Baldoni, professore ordinario del Dipartimento di Informatica e Sistemistica de La Sapienza - è che, al contrario di una casa, non ha un "interlocutore intelligente", cioè una persona che fisicamente può cercare di minimizzare i consumi, quindi servono soluzioni autonomiche in grado però di tenere conto del comportamento umano. Se ad esempio sto facendo un meeting in una stanza o invece sto camminando per i corridoi - spiega l'esperto - i sistemi che governano luce e temperatura dovrebbero accorgersene e regolarsi di conseguenza». Il primo progetto di «case intelligenti», guidato da Baldoni e da Massimo Mecella, sempre dell'ateneo romano, si chiama «Sm4all», è nato nel 2008 e comprende diversi centri di ricerca europei pubblici e privati a cui recentemente si è aggiunto l'Industrial Technology Research Institute di Taiwan. «Questo programma - spiega Baldoni - è dedicato principalmente agli utenti disabili e l'obiettivo è riuscire a far eseguire automaticamente delle azioni complesse sulla base di un comando dell'utente. Se ad esempio la persona dà il comando "prepara un bagno caldo", la casa è in grado di attivare i rilevatori di temperatura e tutti gli elettrodomestici coinvolti per realizzarlo». Il consorzio, spiega ancora il ricercatore, ha già realizzato due case predisposte ad ospitare questo tipo di tecnologia, una a Roma alla Fondazione Santa Lucia e una in Spagna, ed entro il 2011 dovrebbe essere pronto un primo prototipo. Il sistema è formato da una rete di sensori e di attuatori comandati da un sistema distribuito: «Il frigorifero intelligente - afferma Baldoni - controlla da solo parte del sistema e così tutti gli altri componenti (televisori, smartphones, computers), in modo tale che se se ne toglie uno la casa continua a funzionare». Utilizzando le stesse tecnologie si prova ora ad applicarle agli edifici pubblici: l'istituto romano fa parte di un altro progetto europeo, denominato «GreenerBuilding», questa volta dedicato in maniera specifica al risparmio energetico. «Il tema è molto importante, visto che si stima che il 20% dell'energia europea sia consumata dai grandi edifici pubblici - continua il ricercatore - Il progetto, di cui sta per chiudersi il contratto con l'Ue, durerà tre anni, e mira a realizzare un edificio pilota con quattromila tra sensori e attuatori».