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Tutti contro l'aumento dei taxi

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«Tariffefolli», «C'è crisi per tutti tranne per i tassisti romani», «un bel regalo elettorale». È il «popolo del web» che va all'attacco. L'aumento delle tariffe taxi votato due giorni fa dalla commissione consultiva capitolina deve ancora arrivare all'esame della giunta e del Consiglio comunale per entrare in vigore, eppure ha già diviso la città. Una divisione abbastanza imparziale a dire il vero. A parte i tassisti infatti, l'aumento del 10 per cento circa del prezzo delle corse in auto bianca, e delle tariffe fisse per Fiumicino, Ciampino e Civitavecchia, non piacciono proprio a nessuno. A gridare un «no» secco sono state per prime le associazioni dei consumatori. A seguire le compagnie aeree. Sull'orlo poi della «rivolta» i Noleggiatori con Conducente, già sul piede di guerra per l'accordo siglato al ministero dei Trasporti che di fatto «taglia» fuori, secondo i sindacati, cinque dei seimila Ncc che operano a Roma. Con una situazione così in bilico l'aumento delle tariffe taxi rischia dunque di diventare «esplosivo». Ma ad essere scontenti sono innanzitutto i cittadini che già lamentano il costo eccessivo dei taxi, proprio su quella parte «fissa» che si deve pagare per il solo fatto di aprire lo sportello dell'auto bianca: 2 euro e 80 di giorno e 5 euro e 80 centesimi dalle 22 in poi. Cifre che, se approvato il nuovo tariffario saliranno rispettivamente a tre e sei euro. E poco «consola» se non si pagheranno più due euro di supplemento dalla stazione Termini. In tempo di crisi far pagare di più un servizio pubblico come quello dei taxi appare infatti più stonato che mai.

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