Nettuno-Roma, la linea infernale
Le facce dei pendolari sono quelle dei giorni peggiori. Un viaggio ai limiti della sopravvivenza quello sulla tratta ferroviaria Nettuno-Roma: carrozze sporche, bagni guasti, posti a sedere quasi sempre insufficienti nelle ore di punta, ritardi costanti sull'orario di arrivo in stazione. Eppure sembra che niente sia destinato a cambiare, nonostante centinaia di segnalazioni da parte di studenti e impiegati che ogni giorno affrontano loro malgrado un viaggio ritenuto quasi un'Odissea. «È sempre la stessa storia – attacca Ida, 24 anni, studentessa – con ritardi di almeno 20 minuti sulla tabella di marcia e posti a sedere che soprattutto la mattina presto e nel tardo pomeriggio, non si trovano mai. Eppure è così da sempre. Ci hanno premiato come la peggior tratta ferroviaria del Lazio per due anni di seguito, ma nessuno si decide a intervenire per migliorare le condizioni di viaggio di chi si sposta verso Roma». L'odissea comincia in stazione: personale assente in molte fermate della tratta, obliteratrici guaste, sedili divelti nelle sale d'attesa. Così aspettare il treno diventa un problema. «Ci trattano come animali – spiega Michela, 33 anni, impiegata – e spesso non vengono neanche avvisati i passeggeri della soppressione delle corse. Io prendo il treno ad Anzio tutte le mattine, e spesso mi è capitato di rimanere in attesa per più di un'ora senza capire quale sarebbe stato il mio destino. Ho dovuto chiamare a mie spese la stazione di Nettuno per scoprire che il mio treno non sarebbe più passato. È allucinante». I volti sono rassegnati, quasi consapevoli che ogni giorni sarà uguale a quello precedente, anche se non in tutto. «Ogni anno il prezzo del biglietto e dell'abbonamento viene aumentato – spiega Viviana, 26 anni, studentessa – ma la qualità del servizio offerto rimane sempre la stessa. Dovrebbero spiegarci cosa aspettano a intervenire per evitare che ogni viaggio si trasformi in un'Odissea». Le critiche sono aspre, i toni accesi. Nessuno ha voglia di essere preso in giro. «Si parla tanto di alta velocità – racconta Roberto, 36 anni, impiegato – ma nessuno si preoccupa di tutti quei pendolari che ogni giorno ci mettono quasi un'ora e mezza per percorrere 60 chilometri, col rischio di far tardi a lavoro e avere dei problemi per questo. Eppure paghiamo anche noi». Tra i tanti problemi segnalati dai pendolari, anche una voce fuori dal coro. «Secondo me – racconta Mario, 27 anni, studente – il problema vero è la totale assenza di controlli sulle carrozze. In questo modo molti evitano di comprare il biglietto e quindi non si possono reinvestire i soldi per migliorare i servizi offerti». La speranza dei pendolari è che qualcosa cambi rapidamente. A cominciare dalla puntualità negli orari d'arrivo.