La Reggia dei Tarquini nell'antica città di Gabii

La città di Gabii ritrova il suo "re". All'interno dell'antica città latina, a 20 chilometri da Roma, al XII miglio della via Prenestina antica, è stato riportato alla luce un edificio di età arcaica identificabile come la residenza del "rex" della città, probabilmente un tiranno legato alla famiglia dei Tarquini. L'edificio è la prima struttura abitativa di età arcaica in Italia ad essere stata rinvenuta con murature integre fino a 2 metri di altezza. "Un rinvenimento di straordinaria rilevanza scientifica - come spiega il soprintendente per i Beni archeologici di Roma, Angelo Bottini - perchè ci restituisce un edificio che era destinato certamente alla residenza di un personaggio della massima importanza della Gabii del VI secolo avanti Cristo. Sulla base delle fonti - conclude - possiamo ipotizzare che si tratti dell'ultimo re di Gabii". "Anche in seguito a questo straordinario ritrovamento spiega il sottosegretario ai Beni culturali, Francesco Giro - intendiamo intensificare gli scavi. Immaginiamo che in questa zona ci fosse una vera Regia dei Tarquini e, quindi, il governo, il ministero dovrà impegnarsi a stanziare ulteriori fondi». Il costo complessivo dello scavo, infatti, ad oggi ammonta a 60mila euro totali, ne restano altrettanti per continuare . "In questa zona archeologica - continua il sottosegretario - abbiamo conservati, in maniera straordinaria, tratti peculiari del paesaggio storico dell'Agro Romano. Quindi, esaltando questo luogo archeologico così importante per la città di Roma, vogliamo ribadire il nostro impegno nella difesa dell'Agro Romano contro ogni forma di speculazione edilizia". La "regia" dei Tarquini doveva essere sfarzosa, con i muri eretti da maestranze originarie da Roma e rivestiti da intonachi e affreschi, di cui oggi rimangono tracce. Sotto il pavimento, i tre ambienti hanno restituito intatte fosse di sacrifici rituali relativi alla fase inaugurale del cantiere architettonico. In cinque di queste sono stati rinvenuti bimbi nati prematuri e morti, che non sono legati a sacrifici umani come dicono concordi gli archeologi Marco Fabbri, dell'Università di Tor Vergata e Stefano Musco, responsabile dell'area di Gabii, che hanno condotto lo scavo. "Quando inizia la dinastia dei Tarquini a Roma, lo stesso accade qui, strutturando la reggia su un edificio recedente datato al VII secolo a.C. - racconta Fabbri - Se a Roma c'è il potere centrale, Gabii è una sorta di città vassallo ma anche dotata di un'identità forte di centro culturale. Coi Tanquini Gabii diventa un centro del potere parallelo a Roma. Con la Repubblica tutto cambia, e gradualmente a Gabii inizia la decadenza. Gabii finisce in epoca tardo antica. Nel Mille è già abbandonata. Eppure la casa del rex non viene distrutta ma solo seppellita nel tumulo". Per questo ci tengono a sottolineare gli archeologi che "di strutture cosi ben conservate non ce ne sono a Roma, tutto ciò che a Roma è riferibile a quest'epoca è stato spianato e distrutto. Gabii invece restituisce l'opportunità di indagare una fase della storia che a Roma è impossibile", sottolinea Musco. Tutto è iniziato a settembre del 2009 quando Stefano Musco, camminando nei pressi della collina di pietrame, da cui è emersa la regia, ha trovato per caso una mano di terracotta: "Ho pensato subito che fosse un ex voto e che quindi lì sotto ci fosse un santuario forse dedicato ad Apollo. Invece è emerso tutt'altro". Quattro mesi di indagini e la scoperta: "Noi siamo certi che questa è una dimora del re di Gabii - dice Musco - per la posizione elevata delle strutture, sulla collina che guarda tutta la città, e per la tipologia planimetrica, tripartizione nota per essere elemento caratterizzante per edifici gentilizi. Probabilmente è un nucleo di un complesso abitativo più ampio. L'eccezionalità della conservazione sta nel fatto che ad un certo punto è stata seppellita dopo essere stata smontata del tetto. Probabile l'avvento di un nuovo assetto politico-istituzionale. D'altronde la Casa dei Tarquini a Roma è stata distrutta". Le prossime campagne di scavo puntano a fare luce sull'intero complesso della regia (oltre a dissotterrare le lastre decorative del tetto). Rimane una scoperta importante per la storia dell'architettura del VI secolo, testimonianza rara della raffinatezza costruttiva e dei primi esperimenti di copertura a volta. Struttura che ha restituito tracce di una proto-regia, un edificio ancora più antico databile intorno al VII secolo. Importanti i ritrovamenti delle sepolture di bimbi: "Si tratta di infanti nati prematuri morti e seppelliti - dice Fabbri - di un'età stimata circa tra 28 e 40 settimane,dal più piccolo di sei sette mesi ad un appena nato. L'unico segno di patologia è a carico del quarto bambino rinvenuto con segni evidenti di infiammazione endocranico, probabile meningite. Ma nessun segno di malformazione. Sono tutti bambini morti a cavallo della nascita. E non rappresentano nessun sacrificio, anche perchè non sono morti comuni, la casa predilige un clan gentilizio che governa Gabii".