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L'ospedale sfratta il maneggio

I proprietari dei cavalli e gli allievi davanti al Whip Club di Trigoria

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È stato un fulmine a ciel sereno (e di nuvole in cielo, ieri mattina, proprio non ce n'erano) quando l'ufficiale giudiziario s'è presentato insieme alle forze dell'ordine davanti al cancello del maneggio «Whip Club Eur» a Trigoria e ha posto sotto sequestro la struttura. Fuori tutti, meno gli ottanta cavalli che ci abitano. «Uno sgombero vero e proprio - dice Antonio Motzo, legale del Circolo Equestre tra i più blasonati della Capitale, vi si allenava pure D'Inzeo negli anni Sessanta - in mezzo a una confusione inaudita. Sono state fatte allontanare anche le persone che accudiscono i cavalli e vivono lì con le famiglie. C'erano i bambini che piangevano. Trasferiti in un residence». Il circolo è pure una scuola d'equitazione che allena giovani promesse per competizioni regionali e nazionali, c'è una pensione per cavalli, altri quadrupedi sono invece del Whip e altri ancora sono ex campioni ormai anziani che hanno scampato la via del macello. Ecco perché subito dopo l'azione giudiziaria l'area s'è rimpita di proprietari e allievi. «Nessuno se lo aspettava - prosegue l'avvocato - Il maneggio è all'interno di un'area verde che è stata venduta tempo fa al Campus Biomedico che ha l'ospedale confinante». Quindi l'Opus Dei s'è ripreso il suo territorio? «Le cose sono un po' più complesse. Diciamo che, all'epoca, è stato come vendere una casa con l'inquilino dentro. Perché gli ex proprietari dell'area avevano acceso un comodato con il Whip che lo legittimava ad esercitare l'attività di maneggio». E il Campus Biomedico come si è comportato? «Ci sono delle trattative in piedi. A fine novembre c'era stato un rinvio dell'esecuzione, insomma diciamo che si stavano cercando alternative. Ieri invece è tutto precipitato, improvvisamente, e a nostra insaputa si sono presentati con uno spiegamento di forze dell'ordine da far paura. Hanno fatto gli inventari e poi ci hanno allontanato come se fossimo occupanti abusivi. Invece abbiamo un regolare contratto di comodato». E i cavalli? «È rimasto con loro il personale del Biomedico e se i padroni vogliono visitarli devono essere accompagnati da loro. Ci sono pure dei vigilantes che controllano 24 ore su 24 tutta la zona». Voi speravate in una soluzione più bonaria? «C'erano tutte le premesse. Prima della presa di possesso così brutale avevamo ventilato delle soluzioni alternative. Ad esempio mantenere il possesso del bene, fino al termine del contratto che si esaurisce fra due anni. Abbiamo avviato anche uno studio per spostare l'intera attività in un altro fondo che fa parte del parco. Aspettavamo le autorizzazioni. Eravamo consapevoli del momento mori, per carità».

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