Genitori supplenti delle maestre
Il fondo cassa è prosciugato, non ci sono soldi per le supplenze brevi e neanche per fare le pulizie. E nelle scuole elementari Principe di Piemonte e Leonardo da Vinci salgono in cattedra mamme e papà che da ieri mattina fino a giovedì hanno occupato simbolicamente le due scuole del 49° circolo didattico in zona Ostiense, insieme a maestre e personale Ata. «Abbiamo messo le nostre competenze al servizio della scuola» spiega un papà, Fabio Petrucci, diplomato Isef, che ieri ha fatto fare ginnastica ai bambini. L'iniziativa si svilupperà attraverso la messa in atto di didattica alternativa, fino alle 16,30, ed una serie di attività ed eventi, anche di carattere musicale ed artistico, che si protrarranno fino a sera. Compreso degustazioni di cibi fatti in casa. Mentre ieri mattina agli alunni sono state fatti realizzare, su dei grandi cartoncini, una serie di elaborati e mappe concettuali, dei percorsi di conoscenza contenenti delle parole chiave, sulle novità che stanno caratterizzando la riforma della scuola e le conseguenze dei tagli decisi dal governo. «Ci dividono». In cima alla fila per due, è Chiara sei anni a dare la sintesi, mentre attraversa il bellissimo parco della Principe di Piemonte, sette ettari di verde e ulivi in cima alla collina accanto alla basilica di San Paolo. Il luogo lo scelse Mussolini e ci fece costruire la scuola per risanare i bambini malati di tbc. Sette pagiglioni con enormi finestroni, come quelli del Forlanini, che si aprivano per dare luce e sole ai bimbi malati. Un'oasi che i ragazzini della zona ancora continuano a godere, infatti «trascorrono almeno due ore e mezzo all'aperto ogni giorno» spiega la vicedirettrice Patrizia Tommasino. Anche se la scuola «slitta sul tufo», e i padiglioni tremano perché «sotto c'è la metropolitana». Ma per le crepe la bellissima scuola su una collina a due livelli i soldi li ha trovati. Per le insegnanti invece no. «Siamo amareggiati, per gli effetti della razionalizzazione delle spese scolastiche» dice Giorgio Conte, un papà. «Ormai da diverse settimane - ha spiegato Bruna Serra, una delle insegnanti - quando un insegnante è malato, la scuola è costretta a dividere i bambini tra più classi perché la nostra amministrazione non ha i fondi per assegnare le supplenze brevi». «Se va avanti così con questi tagli la scuola si sta trasformando in un baby parking - ha detto Marco Anselmi, padre di un alunno - . E l'anno prossimo sarà sicuramente peggio di oggi: lasceremo i nostri figli dalle 8 alle 16, ma per fare cosa?». «Molti bambini - ha detto un altro genitore, Marzia Reggiani - sono già costretti a cambiare classe in continuazione ed in certi casi a sedersi per terra perché non ci sono sedie a sufficienza, è questa la scuola che ci stanno regalando».