Manifesti, arriva la task force
.Qualche centimetro più sotto una serie di manifesti elettorali. È solo una delle mille note stonate campagne elettorali che da tradizione trasformano la Capitale in un unico manifesto multicolor. E il peggio deve ancora venire. Tra una settimana infatti è prevista la consegna delle liste dei candidati. Da sempre è questo il vero "starter" della campagna, e della propaganda, elettorale. Trenta giorni per «incartare» Roma con faccioni e simboli di partito che finiscono inesorabilmente su muri, pali, fermate autobus e persino sulle finestre di qualche sfortunato seminterrato. Una tradizione brutta e inutile che, oltrettutto, costa una fortuna ai contribuenti. Ecco allora perché a dettare le regole sulle affissioni elettorali è il prefetto, Giuseppe Pecoraro, che ieri mattina ha convocato i responsabili dei partiti e delle istituzioni proprio per mettere dei paletti ben saldi alla propaganda elettorale. Tra questi la costituzione, su proposta del prefetto, di un «gruppo speciale» di controllo, una sorta di «stanza di compensazione» per controllare le eventuali violazioni delle affissioni abusive. «Periodicamente - spiega Pecoraro - si riunirà per controllare eventuali violazioni e aggiornare i partiti su queste. Saranno informati i candidati che spesso non lo sanno». Il protocollo di regolamentazione per le regionali, non è stato siglato da Radicali, Federazione di sinistra e Partito socialista. Ancora, sono state bandite alcune piazze del centro per comizi o raccolta firme, come ad esempio, piazza Augusto Imperatore, piazza Colonna, piazza San Lorenzo in Lucina. Soddisfatto Alemanno che ha ricordato le 700 multe elevate ai candidati delle elezioni regionali per violazione delle norme sul decoro urbano. Le regole ci sono. La sfida è ora di rispettarle e di farle rispettare.