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Piccoli imprenditori strozzati

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PaoloTomei Prestavano mille e pretendevano un milione. Un tasso d'interesse del 1000% all'anno che strangolava letteralmente l'incauto imprenditore, rimasto senza liquidi, abbandonato dalle banche e costretto quindi a rivolgersi a un usuraio. È uno dei circa trenta casi, tra Roma e i Castelli Romani, di piccoli imprenditori romani finiti nella rete di un racket. La mente della gang era era un uomo già finito in manette due anni fa, che estorceva e riciclava denaro sfruttando la loro debolezza finanziaria. Undici le denunce, cinque milioni di euro il valore dei beni sequestrati. Tra gli immobili messi sotto sigillo anche un complesso alberghiero con ristorante, nella zona dei Castelli Romani («La regina del bosco») da tempo in ristrutturazione, quattro società del settore edilizio e turistico-alberghiero, conti correnti - su cui sono stati trovati solo 120 mila euro - autovetture di lusso, per un valore complessivo, stimato, appunto, di quasi cinque milioni di euro. Ai quali vanno sommate ulteriori disponibilità, circa 500mila euro, già sequestrate nel luglio del 2008. Un successo, quello ottenuto con l'operazione denominata «Franky» portata a termine dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Roma, dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Viterbo e dalla polizia municipale dell'VIII Gruppo della capitale, durata due anni e coordinata dal procuratore aggiunto Leonardo Frisani della Dda della Procura capitolina. Ad aprire il «vaso di Pandora» dei «cravattari», le denunce degli imprenditori vessati e non più in grado di far fronte ai debiti, e una delle piste dell'indagine partita dalle denunce contro alcuni componenti della famiglia dei Casamonica e poi stralciata nel corso delle investigazioni. Il blitz fa seguito a quello scattato in contemporanea nel Lazio, in Umbria e in Lombardia l'11 marzo 2009 che aveva visto protagonisti 200 agenti del VIII Gruppo della Municipale romana, del Gico della GdF e dei militari di Viterbo. In quel caso ci furono dieci arresti e il sequestro di numerose proprietà immobiliari. Questa poi, a sua volta, era nata da altre tre operazioni, che sulla base delle indagini svolte dai vigili urbani, avevano colpito componenti del clan Casamonica e della banda della Magliana.

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