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Terrore in villa, caccia alla banda

Rapina in villa

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Si allunga un'ombra di terrore su Roma e il suo hinterland, quella di una banda di romeni specializzata negli assalti in villa. L'ultimo l'altra sera, alle porte di Formello. Bottino: circa 500 mila euro, tra orologi, gioielli e contanti. In sei armati, col volto coperto, vestiti di scuro, alle 21 circa hanno terrorizzato la famiglia del costruttore Luciano Della Noce, 70 anni. Nella sua residenza in via Santa Cornelia hanno svuotato la cassaforte e portato via quattro pistole. Presente anche una nipotina di 9 anni, riuscita a nascondersi in casa e a non farsi trovare, nonostante i balordi le abbiano dato la caccia in giro per casa. Le parti ora si sono rovesciate: sono i rapinatori le prede, sono loro a doversi nascondere, cacciati dagli investigatori della Squadra mobile di Vittorio Rizzi. Stando alla sicurezza con la quale hanno agito, i banditi sapevano dell'altro, erano ben informati: erano a conoscenza che i proprietari erano usciti, chi c'era con loro, quindi quanti erano in tutto (forse una spiegazione del numero di banditi), dove erano andati e all'incirca quando sarebbero tornati. I Della Noce erano andati a trovare un loro parente ricoverato in una struttura sanitaria in zona. Ed erano: l'imprenditore e sua moglie, la sorella di lui, le due figlie e una nipotina di 9 anni. Due filippini erano in casa. I sei hanno aspettato le loro prede nel buio dell'ampio parco che circonda la villa, in via Santa Cornelia, dopo aver superato il muro in pietra che cintura la proprietà. Non ci sono telecamere di sicurezza ma solo lampioncini che tagliano l'oscurità per un raggio di pochi metri. Intorno alle 21 i familiari rientrano. Superano l'ampio cancello di metallo all'entrata e parcheggiano le auto nei pressi dell'ingresso della lussuosa villa. Di vetture ce ne sono diverse tutte di grossa cilindrata, un Suv lo prenderanno i banditi per la fuga. Scatta l'agguato. I rapinatori escono allo scoperto. Spianano le armi e li accerchiano. Solo due di loro parlano con accento straniero dell'Est europeo: sembrano romeni. Intimano ai proprietari di entrare in casa e di non agitarsi. Ma la paura è tanta e sale a ogni istante. A spaventare di più è l'idea che i banditi possano usare violenza, picchiare, legare i presenti. Lo hanno già fatto altre volte, lo possono fare ancora. E poi c'è una bambina e nessuno sa fino a che punto possano spingersi determinazione e ferocia della banda. Uno dei rapinatori si dirige verso il costruttore: «Portaci alla cassaforte e aprila». Un altro punta la moglie: «Se non lo fa ammazziamo te». Nel forziere ci sono circa 50 mila euro in contanti, orologi e preziosi. I rapinatori non si accontentano. Vogliono cercare ancora, credono che ci sia altro da razziare. E in effetti qualcosa trovano: quattro pistole che l'imprenditore custodisce. Fra trambusto e fiati sospesi dalla paura, la bambina ne approfitta, dimostra coraggio e sangue freddo. Lesta come un gatto sparisce e non si fa più trovare: la villa è grande, ha molte stanze, lei certo le conosce meglio di loro. Per un po' i rapinatori provano a cercarla, poi desistono: è più importante tenere sotto controllo gli adulti e cercare tesori.   La fuga della piccola, però, costringe i balordi a stringere i tempi, c'è il rischio che chiami le forzedell'ordine, o avvisi qualcuno. Arraffati malloppo e pistole, prendono le chiavi di una jeep nera Grand Cherokee, salgono su e fuggono. L'incubo è finito. Ma non per la bambina. Quando nella villa arrivano i poliziotti del commissariato Flaminio nuovo e altre volanti lei non si trova: non sa che i cattivi se ne sono andati. Poi il terrore finisce pure per lei, ma l'incubo di quei sei uomini neri forse no.  

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