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Una volta le campagne elettorali si trasformavano in un'arena dove i toni della politica si alzavano a tutto volume.

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Epiù si «sparava» all'avversario più ci si illudeva di prendere consenso. Ricordiamo tutti le tribune politiche e i faccia a faccia con le cartelline al seguito dei candidati. Cartelline preziose perché contenevano le «prove» delle accuse all'avversario. Peccato non si usino più. Sarà che il Pd romano e laziale è ancora impegnato a cercare se stesso ma, dopo la bagarre sui manifesti abusivi, quando una folta platea del centrosinistra puntò il dito sulla Polverini per poi contare le affissioni fuorilegge e scoprire che, forse, si sarebbe finiti pari, si alza ora il polverone sulla sicurezza. In una nota stampa i deputati del Pd Roberto Morassut (ex segretario del Lazio) e Massimo Pompili (ex assessore regionale) hanno annunciato con grave allarme la chiusura del commissariato di Tor Bella Monaca e, prima di tirare in ballo il ministro Maroni, il sindaco Alemanno e la candidata alla Regione del Pdl, Polverini, predicano: «La destra non può più parlare. Ha speculato sempre sulla sicurezza e tanto più oggi, dopo tale decisione, si rivela incapace, bugiarda e dannosa per la sicurezza dei cittadini». Risponde puntuale la Questura che smentisce la chiusura del commissariato e precisa che chiuderanno soltanto gli alloggi di servizio. Speriamo che basti quest'altra clamorosa gaffe a chiudere l'era degli allarmismi inutili e, per giunta, falsi. E che si torni presto a parlare con la cartellina in mano.Sus. Nov.

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