Strangolata in casa, mistero "giallo"
Strangolata in camera da letto, in piena notte, senza far rumore e lasciando la porta di casa aperta. È un mistero l'omicidio ieri di una cinese di 32 anni, al primo piano di via Pietro Rovetti 32, a Tor Pignattara. I suoi coinquilini connazionali, un uomo e una donna, sono spariti, irreperibili. Incerta l'attività della vittima: prostituta o lavorante, gli investigatori lo stanno accertando. Prima delle tre, a dare l'allarme alla sala operativa del 118 è una voce straniera femminile: «Correte, c'è una persona che si sente male». Clic. Sul display del centralino non appare il numero chiamante: può venire da un cellulare «in privato» o un telefono pubblico. L'ambulanza si precipita. I sanitari salgono al piano e trovano la porta spalancata: in camera da letto il corpo di lei, prono, in pigiama. Sul collo alcune ecchimosi. Arrivano i poliziotti del commissariato Tor Pignattara. L'assassino l'ha uccisa strangolandola a mani nude o con un cordino. La finestra della stanza ha un vetro rotto: i frantumi sono stati ammonticchiati e lasciati in un angolo. Anche qui la spiegazione si biforca: sono segno di una collutazione che c'è stata tra la vittima e il suo assassino, oppure di una rottura del cristallo avvenuta prima della violenza. Gli investigatori non vogliono tralasciare alcun dettaglio. In mattinata sono arrivati per un sopralluogo nell'appartamento i dirigenti della Squadra mobile e della sezione Omicidi, Vittorio Rizzi e Stefano Signoretti. L'altra notte nella palazzina di otto condomini nessuno ha sentito o visto niente. A sentire i vicini anche la vittima era una donna "invisibile". «Abitava qui da circa quattro mesi - racconta Alessandro, inquilino al piano terra - L'ho incontrata lunedì, mi ha salutato. Era minuta, il volto incorniciato da un caschetto di capelli neri». Nello stabile vivono altri stranieri: tredici bengalesi nell'appartamento al piano terra.