Case popolari solo per ricchi

Titolari di negozi, ristoranti, proprietari anche di otto auto o residenti in altri comuni. Ma ufficialmente senza casa e quindi assegnatari di un alloggio da parte del Comune. È la squallida storia delle case popolari sulle quali però si sta per mettere la parola fine. Il monitoraggio avviato dal direttore dell'Ufficio Casa capitolino, Raffaele Marra, sulle famiglie in assistenza alloggiativa nei residence convenzionati con il Campidoglio sta dando i suoi primi risultati. Sono stati infatti "passati al setaccio" due residence con controlli incrociati tra Comune e Guardia di Finanza. «Dai primi rapporti sono emerse situazioni limite - denuncia il delegato del sindaco all'emergenza abitativa, Marco Visconti - fra chi abita nei residence c'è anche chi risiede fuori Roma, chi ha 7 o addirittura 8 auto intestate, chi è titolare di ristoranti e floride attività commerciali. Non solo. Ci sono anche diversi soggetti sconosciuti al fisco e quindi evasori totali. Una volta concluse le verifiche delle Fiamme gialle intereverremo sulle liste. Ovvio che chi non risulterà in regola verrà prontamente estromesso». I residence del Comune o convenzionati con questo sono circa 20. Una follia che costa circa due milioni al mese, con una media di 1.700 euro ad appartamento per un totale di circa 25 milioni l'anno per sostenere le spese di un alloggio a 1.250 famiglie, circa 4 mila persone. Alla follia dei costi, si aggiunge quella degli assegnatari, molti dei quali non hanno i requisiti per godere del sostegno comunale. «Abbiamo chiesto alla Guardia di Finanza di effettuare delle verifiche sui redditi - spiega Marra - si tratta di un lavoro complesso che prevede un controllo sul tenore di vita non solo dell'assegnatario dell'alloggio ma su tutto il nucleo familiare. Un lavoro complesso che richiederà ancora dei mesi di tempo per essere completato. Certamente una volta concluse tutte le verifiche del caso, chi non ha titolo verrà sgomberato».