A Carnevale maschere storiche ma non militari
Discendente dagli antichi saturnali, il Carnevale nella Roma papalina era all’insegna del divertimento sfrenato in vista delle restrizioni di Quaresima. C’erano le corse dei Berberi al Corso. Con la scusa del Carnevale si approfittava per regolare vecchi conti e consumare vendette. Una situazione tale che spinse a porre un argine con divieti e pene esemplari ai trasgressori. Per i romani l’ultimo giorno di Carnevale era il più importante con la Festa dei Moccoletti e celebrare con lumi e candele la morte del Carnevale. L’abilità consisteva nel proteggere la propria «luce» e spegnere quella dell’altro. Chi ha detto che il Carnevale è solo per i più piccoli? Gli adulti, nonostante la crisi, non rinunciano alla maschera. La «Sartoria Teatrale Sorelle Ferroni» in via dei Georgofili esiste dal 1911. Caterina Ferroni, proprietaria, parla di «crisi economica anche nel settore delle maschere. La richiesta di costumi è diminuita e si concentra negli ultimi giorni di festa - spiega - Inoltre, si lavora soprattutto con i party a tema sfruttando i costumi realizzati per il teatro». «I nostri abiti - dice - sono destinati a un pubblico medio-alto, che quest'anno preferisce quelli d'epoca. I costumi buffi non vanno più di moda». «Anche per questo - spiega - si preferiscono le maschere barocche e rinascimentali, o le divise militari, che fanno l'uomo virile e aitante. Il settore delle divise storiche e militari è quello nel quale ci siamo specializzati. Abbiamo abiti della Prima e Seconda Guerra Mondiale e le divise delle SS. Mi è capitato diverse volte che queste ultime mi venissero richieste da gente che voleva vestirle per mascherarsi a Carnevale. Ma io tendo a non darle. Prima di tutto per non rovinarle. Siamo, infatti, una delle poche sartorie a possedere ancora l'autentico panno grigio-verde di quel periodo, rarissimo da trovare. Mio padre a suo tempo ne fece fare una grossa quantità e noi oggi viviamo ancora di rendita. Ma soprattutto preferisco non affittarle perché vorrei evitare che qualcuno le usasse per fare scene di fanatismo in strada. Francamente sono cose che non mi piacciono, c'è poco da andare in giro a fare gli stupidi. Le stesse divise storiche ci vengono richieste anche per il grande schermo. Ultimamente ne abbiamo date circa 150 per il film "Baarìa" di Tornatore e in passato anche per "Il mandolino del Capitano Corelli"». Alla Sartoria Ferroni i costumi possono solo essere affittati. La spesa varia da un minimo di 80 euro fino a un massimo di 180. «I nostri clienti - continua - sono soprattutto adulti. Abbiamo costumi per i più piccoli, come la damina del '700». Di crisi parlano anche i gestori de «L'Arca del Carnevale» in via Carelli, che come la sartoria Ferroni puntano sulle maschere d'epoca, abiti per gran parte prestati in passato al teatro. «I costumi veneziani e di corte sono tra i più richiesti, soprattutto dagli adulti - dicono - Tra i bambini, invece, riscuotono ancora un discreto successo le maschere ispirate ai supereroi: intramontabili Batman e l'Uomo Ragno». E ancora, «per i più piccoli si scelgono peluche e dinosauri». «Ma i guadagni - spiegano - non sono certo gli stessi di una volta». L'affitto va dai 25 ai 50-60 euro al giorno per gli adulti, mentre le vendite partono da 25-35 euro fino a un massimo di 150, e da un minimo di 15 fino a un massimo di 40 euro per i bambini. In questo caso, però, vietato l'affitto, perché i bambini potrebbero rovinare il costume. La vasta gamma di articoli di Carnevale prosegue a «Studio 13» in piazza Cavour, dove maschere e accessori possono essere affittati anche ai bambini e dove si possono trovare costumi ispirati ai più recenti capolavori cinematografici, come «Avatar». Da «Studio 13», gli affitti si aggirano sui 55 euro al giorno, mentre la vendita va da un minimo di 20 a un massimo di 300-400 euro. E se non basta, è offerta la possibilità di essere truccati per rendere più realistica la maschera. Si va dal «face painting» ai trucchi «effetto speciale», realizzati su appuntamento dai professionisti del settore con una spesa compresa tra 50 e 100 euro. E se si sceglie un make-up base (20 euro), gli allievi della scuola di trucco «Studio 13» sono ogni giorno a disposizione.