Arriva una rivoluzione nella cartellonistica Ecco gli eco-manifesti
Atanto ammonta l'entrata della cartellonistica pubblicitaria nelle casse del Campidoglio. Una cifra che aiuta a comprendere l'importanza di un settore che, nel bene e nel male, è sempre sotto i riflettori. Non sorprende dunque che anche la riforma varata ieri dalla giunta capitolina su proposta dell'assessore al Commercio, Davide Bordoni abbia suscitato più di una polemica da parte dell'opposizione del Pd che ha presentato un esposto denuncia. Ma veniamo alla riforma. Cambia la tipologia dell'impiantistica pubblicitaria della capitale: i cartelloni dovranno essere uniformi, in materiale ecocompatibile, di colore grigio fumo. Vietate le strutture in vetroresina, mentre il disegno dell'impianto sarà rigorosamente classico. I primi cartelloni ad adeguarsi alla riforma, entro il 30 giugno, saranno quelli del I e del XVII Municipio, vale a dire centro storico e Prati. Per chi non si metterà in regola prevista non solo la multa ma anche la revoca delle autorizzazioni. «Dopo anni di mancata regolamentazione il Campidoglio sta finalmente mettendo mano al delicato settore della cartellonistica pubblicitaria - spiega Bordoni - oltre a questa delibera, che uniforma la struttura degli impianti per tutelare il decoro della città». Non ci sta il Pd che in una conferenza stampa indetta dal capogruppo in Campidoglio, Umberto Marroni e dal vicepresidente della commissione Ambiente, Athos De Luca hanno chiesto le dimissioni dell'assessore Bordoni. «Perché non abbiamo più fiducia in lui e perché si e reso responsabile di questo scempio - spiegano gli esponenti del Pd - L'autocertificazione prevista per la regolarizzazione degli impianti pubblicitari in banca dati in pratica ha prodotto una sanatoria e un nuovo abusivismo che va contro anche il codice della strada. Dietro all'impiantistica pubblicitaria c'è un giro di affari di milioni di euro su cui si dovrebbe far chiarezza». Sus. Nov.