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Donna stuprata sull'autobus Il Dna scoprirà il violentatore

Autobus

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Il «detective in provetta» incastrerà lo stupratore della donna di 41 anni aggredita su un bus. Ma saranno necessari quindici giorni prima di conoscere i risultati delle analisi sui campioni di dna prelavati dai vestiti della vittima, che avrebbero conservato tracce biologiche del bruto. Intanto le indagini vanno avanti e il pm Eleonora Fini, alla quale sono state affidate, ha cominciato ad ascoltare i conducenti in servizio sulle linee che passano dal Prenestino, la zona dove è avvenuto lo squallido episodio. E il Comune ha annunciato che si costituirà parte civile contro il responsabile del gesto dopo una sua eventuale identificazione. L'aggressione sessuale sarebbe avvenuta la sera di domenica 31 gennaio. Secondo il racconto della donna, di origini etiopi ma di nazionalità italiana, l'autista del bus della «Tevere Tpl», azienda che gestisce il trasporto nelle zone periferiche della città, all'altezza dell'incrocio tra la Prenestina e viale Palmiro Togliattisi si sarebbe fermato in un'area isolata e in quel momento deserta non lontano da Centocelle. Qui, prima di riportare l'automezzo al deposito della Prenestina, dove lei vive in uno stabile che ospita un gruppo di africani senza fissa dimora, avrebbe abusato di lei con la forza. Il giorno dopo la quarantunenne, dopo essere passata per il «Santo Spirito», si è fatta visitare al «Fatebenefratelli» dell'Isola Tiberina, dove i medici hanno giudicato le lesioni compatibili con la violenza e dove lei si sarebbe presentata in evidente stato di alterazione alcolica. Un suo amico avrebbe sottolineano che la poveretta «alza il gomito» dalla sera in cui è stata stuprata. La donna, però, non ha sporto denuncia in quell'occasione. La denuncia è stata formalizzata solo il 5 febbraio al commissariato Trastevere. «Voglio solo dimenticare e riposare, non voglio rovinare la vita a nessuno», ha detto lei agli investigatori, senza però riuscire a fornire una descrizione dettagliata del bruto. Oltre agli esami sugli indumenti, novità potranno arrivare dagli interrogatori degli autisti. E da quelli già portati a termine ieri sembra che gli inquirenti abbiano già operato una prima «scrematura», sebbene ancora non ci siano indagati. Inoltre, se il conducente diretto al deposito ha effettuato una deviazione, ciò dovrà risultare dal satellitare che localizza ogni spostamento. Sull'episodio è intervenuto nuovamente il sindaco, che già aveva espresso la sua dura condanna. «Ci costituiremo parte civile appena gli inquirenti avranno individuato i responsabili - ha detto Gianni Alemanno - Ho sollecitato la polizia a muoversi rapidamente e con la massima decisione, perchè noi siamo offesi due volte: sia perchè questa violenza è avvenuta nel Comune di Roma, sia perchè il sospettato è un autista del trasporto pubblico locale. Se questa ipotesi fosse confermata prenderemo tutti i provvedimenti del caso».

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