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Verdone, il futurista con l'orto in Sabina

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Carlo Verdone (Foto Sirolesi)

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Un ricordo di Mario Verdone. Nelle parole di poeti, critici cinematografici, attori e familiari. Oppure attraverso il libro «A Cantalupo in Sabina. Versi e memorie», firmato dallo stesso Mario Verdone. È quanto è successo ieri pomeriggio nella prestigiosa Sala della Protomoteca in Campidoglio, alla presenza di numerosi vip del mondo dello spettacolo. Il libro, un volume di 118 pagine edito da Sabinae, introduce il lettore in un mondo tutto fatto di fiori e natura. Qui si cantano le cose semplici: «Ho amato - scrive Mario Verdone - attraverso gli spaziosi finestroni, querce, ulivi, olmi, la siepe, il glicine (...) Fu negli anni Sessanta - prosegue alcune righe dopo - che conobbi Cantalupo». Andando alcune pagine più in là si riscopre il giardino come metafora di vita: «Sono due - dice il saggio -/ i giardini a me cari: quello/ in cui voleva che vivessi mia madre:/e quello che c'è dentro di me». La serata di ieri è stata introdotta da un filmato attraverso il quale si è voluto ricordare il «critico del Futurismo». A condire il resto ci hanno pensato gli immancabili interventi di amici e parenti. Giordano Bruno Guerri ha ricordato di come si sentisse vicino a Mario Verdone, un po' per gli stessi natali - tutti e due proventi da Siena - un po' per essere «espatriati». Il primo a Milano, il secondo a Roma. Ma per scavare di più in un'amicizia decennale c'è voluto lo sguardo critico di Gianluigi Rondi. Li accomunava l'amore per il buon cinema e il fatto di essere stati un po' i «pionieri» di una storia del cinema che si stava formando in quei giorni. «Alle mie spalle - ha commentato Rondi - ci sono 60 anni di amicizia. Ci ritrovammo insieme a Venezia, come se ci fossimo calati in piccoli corsi di cinematografia. Tempo dopo fu lui a occupare - ha continuato - la prima cattedra di Storia del Cinema. Ora ho due scaffali pieni di libri che io chiamo "Il fondo Verdone"». Ancora più affettuoso il ricordo del figlio Carlo che, dopo i ringraziamenti formali a presenti e non, ha sentenziato: «Questo è un abbraccio romano a un senese. In una città che papà ha amato tantissimo, pur mantenendo il suo carattere e la sua ironia toscana». Alla presentazione erano presenti l'editore Casavecchi, Giulio Compagno per il Comune, il poeta e scrittore Elio Pecora, i figli Carlo, Luca e Silvia Verdone; Christian De Sica con il figlio Brando e la fidanzata. (Foto Sirolesi)

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