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Minore senza patente, uccide e fugge

Il furgone con il quale un ragazzo romeno di 17 anni ha investito e ucciso un padre di famiglia e ferito gravemente la moglie e il figlio di 12 anni a Artena.

Pomezia, muore schiacciato tra 2 auto

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Un romeno minorenne, senza patente, che guidava a forte velocità un furgone, ha distrutto una famiglia ad Artena. Ha ucciso un muratore e ha ferito gravemente la moglie e il figlio di 12 anni. Lo straniero, di 17 anni nell'incidente stradale è rimasto illeso. Il ragazzo dopo lo scontro mortale è fuggito senza prestare soccorso ed è stato arrestato qualche ora dopo alla stazione Termini, a Roma, dai carabinieri.   Nell'impatto, dopo un sorpasso azzardato, i due veicoli sono stati entrambi distrutti completamente. I primi soccorritori giunti sul posto hanno raccolto le ultime parole della vittima, Roberto Palma, che sono state di incoraggiamento per la moglie Laura Valeri, casalinga, e per il figlio 12enne, che erano con lui a bordo della Fiesta: li ha voluti rassicurare sulle sue condizioni di salute, li ha voluti calmare per quello che stava accadendo, per quello che poteva. Parole e gesti di rara forza, parole e gesti di un padre, gli ultimi, prima di spegnersi per sempre nel breve tragitto che da Artena porta al pronto soccorso dell'ospedale di Colleferro, dove è giunto ormai privo di vita a bordo dell'ambulanza del 118. I suoi familiari, intanto, venivano portati presso l'ospedale di Velletri, dove ancora si trovano ricoverati in gravi condizioni: la mamma, nel reparto di chirurgia, presenta numerose fratture, mentre il ragazzo è in prognosi riservata in terapia intensiva, operato in mattinata alla milza. Roberto Palma lavorava come muratore, aveva appena ritrovato il lavoro e nel pomeriggio di sabato era andato con la famiglia a fare spesa, a casa lo aspettava l'altra figlia sedicenne. Ieri, di quest'ultimo pomeriggio di serenità, rimane un cane peluche sul cruscotto dell'auto all'interno del deposito Aci di Villani. «Faremo di tutto per essere vicini alla famiglia - ha detto il sindaco di Artena, Maria Luisa Pecorari - non possiamo lasciarli soli in un momento così difficile». E c'è dolore tra i familiari, sia all'ospedale di Velletri, dove i congiunti chiedono rispetto, che in contrada «Le Macere», dove viveva la famiglia. Qui i pochi che accettano di scambiare due parole, faticano a parlare dell'accaduto: «Non riusciamo ancora a crederci, scusateci. Ora vogliamo giustizia vera per Roberto e per la sua famiglia». La dinamica dell'incidente, avvenuto al chilometro 5,900 di via Ariana, è al vaglio dei carabinieri della Compagnia di Colleferro guidati dal capitano Mauro Merola: il furgone, guidato dal 17enne romeno, ha tentato un sorpasso azzardato e si è schiantato contro l'auto guidata da Roberto Palma. In quel punto via Ariana è un lungo rettifilo a due corsie, stretto tra i muri di cinta delle villette, dove qualche mese fa morì un motociclista. Sul luogo della carambola, dove è rimasta coinvolta anche una terza macchina, sono giunti carabinieri, vigili del fuoco e personale del 118 e ora il sindaco promette che chiederà alla Provincia di intervenire per mettere in sicurezza quel tratto. Dopo l'incidente, nonostante lo stato di choc, i due romeni sono scappati a piedi lungo le campagne tra Artena e Valmontone, raggiungendo di corsa la stazione ferroviaria per cercare la salvezza nella fuga in treno. I testimoni raccontano che qualcuno ha anche cercato di rincorrerli per evitare che sparissero dalla circolazione, ma senza riuscirci. I carabinieri allertati, dopo avere presidiato tutti i punti sensibili, li hanno bloccati: lo zio è stato individuato alla stazione di Valmontone mentre prendeva il treno per la Capitale e fatto scendere a quella successiva di Labico, ai militari ha parlato sconvolto per l'accaduto; il nipote è stato fermato invece a Roma Termini, quando ormai, forse, pensava di avercela fatta. Sul furgone Ducato avevano lasciato i documenti, dai quali risultava che l'uomo M.M.S., 36anni, era residente a Roma nel quartiere Bravetta e aveva una piccola impresa edile, mentre il nipote aveva la residenza a Ladispoli. Entrambi risultano incensurati, in regola con i permessi di soggiorno, e negativi al test sugli stupefacenti, solo lo zio è risultato positivo all'alcool test. Ora il primo è stato portato in carcere a Velletri, mentre il più giovane si trova in un centro di prima accoglienza a Roma.  

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