Imprese, piccoli al comando
Il nuovo presidente della Camera di Commercio di Roma sarà eletto a maggio. Pochi giorni fa la Regione ha ripartito i 32 seggi tra le associazioni che siedono nel Consiglio camerale. Saranno loro a scegliere chi guiderà l'istituzione che negli ultimi anni è stata il motore dell'economia capitolina. Non mancano le sorprese. L'alleanza delle piccole imprese, formata da Cna, Confartigianato, Confetra, Cdo, Confesercenti, Legacoop e Federculture, che sostiene il vicepresidente di Piazza di Pietra Lorenzo Tagliavanti, ha conquistato 14 posti. A Confcommercio, Federlazio, Confservizi, Confapi e Confimprese, che puntano sull'attuale leader della Confcommercio Cesare Pambianchi, sono andati 7 seggi. All'Unione degli industriali e delle imprese, alleata all'Acer, sono stati assegnati 6 posti. Uno ciascuno all'Abi, alla Coldiretti, a Cgil, Cisl e Uil e alle associazioni dei consumatori. Ancora in forse un posto, del settore Commercio, che la Regione attribuirà nei prossimi giorni. A conti fatti, Tagliavanti avrebbe la maggioranza (almeno 17 voti). Ma non basta. Per governare l'istituzione di piazza di Pietra senza scosse ci vuole un consenso più ampio. Ecco perché potrebbe ripetersi anche a Roma l'asse nazionale Cna-Confcommercio. Con il ticket Tagliavanti-Pambianchi o, in alternativa, con un nome di mediazione. Il più quotato è il presidente di Acea Giancarlo Cremonesi, il più vicino al sindaco Alemanno. Ma gli industriali non staranno a guardare. Potrebbe entrare in gioco l'attuale presidente di Ferrovie Innocenzo Cipolletta. La partita è spigolosa: in ballo c'è il futuro dell'economia romana.