Anche 72 ore in barella «E tocca a noi volontari sedare l'ira di chi aspetta»
Maieri mattina la quarantina di parenti di malati che intralciavano il lavoro dei sanitari sono stati cacciati via dal Pronto soccorso del San Camillo. Ai volontari della Protezione civile, però, schierati in campo all'ospedale San Camillo per calmare gli animi esacerbati, non servono le maniere forti. Come si fa a riportare la calma in un pronto soccorso affollato? Lo spiega il maresciallo dell'Aeronautica, Pasquale Fenu, 51 anni, che impegna il tempo libero «come socio sanitario operativo della Protezione civile "Radio non solo Roma" ribattezzata "Regaliamo nuovi sorrisi"». Maresciallo Fenu, cosa ci fanno i volontari della Protezione civile al pronto soccorso del San Camillo? «Siamo il filtro tra i malati e i parenti dei malati e medici e infermieri, che devono poter lavorare con la massima serenità senza sentirsi il fiato sul collo». E come fate a riportare il sorriso in un pronto soccorso affollato e teso? «Certo l'attesa è lunga. Ma spesso i parenti si agitano perché non sanno come sta il proprio caro, a che punto sono gli accertamenti. E vorrebbero oltrepassare la sala d'attesa, tirare per la giacchetta il medico che invece è occupato a curare i malati. Per questo noi ci offriamo come punto di riferimento e interlocutori che possono dare le informazioni desiderate». Come siete arrivati al San Camillo? «Il primo esperimento è stato in autunno, quando il picco per l'influenza A aveva intasato il pronto soccorso. In quell'occasione abbiamo spiegato che chi aveva solo il mal di gola doveva tornare a casa, perché correva il rischio di contagiarsi». E quando siete tornati? «Ci hanno richiamato gli infermieri e i medici. Da due settimane hanno richiesto il nostro aiuto». E ora resterete in pianta stabile? «Il progetto in via sperimentale pare sia diventato esecutivo in quanto hanno chiesto la nostra collaborazione per tutto il 2010 con la previsione di operare anche nei codici gialli e rossi, ed eventualmente anche nel pronto soccorso pediatrico e di ginecologia». Lavorerete anche di notte? «Per ora operiamo con due volontari solo dalle 11 alle 18. Ma il nostro referente, Enrico Lombardi, ha preso contatti con la direzione sanitaria del San Camillo per coprire anche la notte. Se ci fossimo stati noi, chissà, forse avremmo evitato l'aggressione».G. M. Col.