È ormai una «consuetudine» compensare, anche con mance, «le prestazioni dei soggetti operanti nei luoghi di forte affluenza turistica come i giocolieri, i musicisti, le comparse» che, «per la strada, catturano l'attenzione dei turisti».

LaSuprema Corte ha espresso questo orientamento - con la sentenza 4819 - valutando il caso di tre figuranti romani che, vestiti da centurioni dell'antica Roma, il 3 luglio 2001, avevano affiancato due turisti sudcoreani affinché facessero una foto assieme. Avevano poi preteso 50 mila lire come ricompensa e, mentre i due turisti tergiversavano ritenendo esagerato tale importo, uno dei gladiatori - mentre gli altri due facevano da palo - aveva preso centomila lire dal portafoglio di uno dei sudcoreani e gli aveva dato il resto di 50 mila lire. L'azione era stata interrotta dall'intervento di due carabinieri. Per questo la Corte d'Appello di Roma, il 30 novembre 2007, aveva condannato i tre centurioni a dieci mesi di reclusione e 200 euro di multa. Ma la Suprema Corte ha bocciato il verdetto.