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Villaggio Olimpico, arriva il sì da Comune e Ministero

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Neifatti però la diversa valutazione sulle ipoteche paesaggistiche nel quadrante sud-ovest del Piano regolatore generale resta più o meno intatta sul tappeto. Nel clima infatti di "volemose bene" che ha salutato l'accordo sulle occupazioni di suolo pubblico nel centro storico della Capitale, il Sindaco si è sforzato di gettare acqua sul fuoco: «Il protocollo firmato oggi è una sorta di trattato di pace tra il Comune e il ministero dei Beni culturali. Speriamo che in futuro, anche sul versante dei vincoli all'agro romano prevalgano la pianificazione e la capacità di immaginare insieme l'equilibrio tra città e campagna». Dall'altra parte del tavolo il sottosegretario del Mibac, Giro, pur spendendo a piene mani parole di elogio e stima nei confronti di Alemanno, è rimasto fermo sulle sue posizioni: «Il procedimento sui vincoli all'agro romano ha dato esiti che sono stati ben valutati dal ministero. Il Comune ha deciso, nella sua sfera di piena autonomia, di ricorrere al Tar. Aspettiamo dunque la sua pronuncia, anche se tengo a sottolineare che non c'è alcuna guerra sotterranea, né alcun intento prevaricatorio, ma solo una diversa valutazione su alcuni aspetti del vincolo stesso». Diverso invece il discorso sulla costruzione del Villaggio Olimpico a Tor di Quinto che, in caso di aggiudicazione, dovrebbe ospitare i giochi olimpici del 2020. Nonostante infatti vi siano anche lì vincoli di varia natura, sembra essersi avviato tra le due istituzioni un primo passo verso un'intesa, che potrebbe spianare la strada ad una soluzione concertata. La polemica riguardo a questo caso semmai l'ha fatta scoppiare Massimo Cacciari contrapponendo la candidatura di Venezia a quella di Roma e insinuando dubbi sulla neutralità dell'"arbitro", cioè del Coni chiamato a scegliere il miglior progetto da presentare al Cio. La replica di Alemanno non si è fatta attendere: «Sono certo che la decisione del Coni tra i due progetti avverrà nella massima trasparenza ed oggettività. Un'eventuale lotta fratricida infatti - di cui da parte nostra non c'è alcuna intenzione - servirebbe solo ad indebolire la candidatura italiana in sede internazionale». Ner. Sto.

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