Assessorato alla Casa ostaggio dei movimenti
Sonoarrivati in forze. Circa duecento persone ieri mattina hanno fatto irruzione nell'assessorato alla Casa, sul lungotevere de' Cenci, tenendolo in ostaggio tutto il giorno. Sono saliti al quarto piano, hanno invaso i corridoi, forzato la porta che dà sul terrazzo e si sono accampati lì. Poi hanno lanciato decine di volantini in strada. I tre movimenti per la casa che hanno organizzato l'occupazione (Coordinamento cittadino di lotta per la casa, Blocchi precari metropolitani e Resistenza abitativa cittadina) volevano incontrare ad ogni costo l'assessore Alfredo Antoniozzi annunciando di essere intenzionati a restare lì tutta la notte. In tarda sera, anche di fronte alle richieste delle forze dell'ordine di lasciare lo stabile, una trentina di occupanti sono rimasti asserragliati all'interno e si sono riuniti al secondo piano minacciando di restarci fino a lunedì. Vigili urbani e polizia hanno presidiato per tutto il giorno l'edificio. Di fronte all'entrata decine di manifestanti si sono accampati con tende, sedie e tavolini. Un impiegato al quarto piano è rimasto di stucco quando sono entrati nel suo ufficio e hanno appeso uno striscione dalla finestra. «Hanno spaccato la porta della cabina dell'ascensore per entrare nel terrazzo. E poi si sono stesi nei corridoi. È un pò difficile lavorare in queste condizioni», commenta ironico. Gli occupanti chiedono che gli sfratti siano bloccati. Che le delibere al piano casa in discussione al Consiglio comunale vengano approvate al più presto. Tra queste c'è pure quella per l'acquisizione dei 167 alloggi in periferia, soprattutto a Lunghezza, che i movimenti vorrebbero fossero destinati all'emergenza abitativa. Tra i senza casa che protestano la maggior parte sono stranieri, africani, sudamericani e dell'est Europa. Ma ci sono anche i romani. Molti vengono dall'edificio occupato in via Spalla, a Roma 70. Uno dei capi della protesta, Mario Fontana, vorrebbe che il Comune adottasse un piano straordinario che consenta in tempi brevi di trovare 5.000 nuovi alloggi. Secondo gli occupanti il Comune si «sarebbe dimenticato di loro». Ma l'assessore Antoniozzi si dice molto stupito da questo atto di forza: «Sono meravigliato per un'occupazione scomposta e inutile». E poi spiega che il confronto è tutt'altro che chiuso. Anzi, l'amministrazione capitolina sta lavorando, soprattutto in questi giorni, proprio per trovare delle risposte in grado di arginare l'emergenza casa: «In un momento di dialogo, anche con i movimenti per il diritto all'abitazione, stiamo lavorando su emendamenti migliorativi del testo che compone il Piano casa - dice Antoniozzi - Il piano, infatti, non sarà discusso il prossimo lunedì in Consiglio comunale proprio per continuare un confronto civile e costruttivo che potrà registrare utili convergenze». Concetto ribadito in serata anche dal sindaco Alemanno: «Il tavolo con i movimenti resta attivo e proprio per permettere la discussione degli emendamenti migliorativi, il Piano casa non sarà discusso lunedì». Un segnale distensivo è venuto anche dal delegato del sindaco all'emergenza abitativa, Marco Visconti: «Condivido l'appello fatto dal sindacato inquilini Federcasa al prefetto perché sospenda l'uso della forza pubblica nell'esecuzione degli sfratti delle fasce sociali più deboli». Visconti indica anche i tempi: «La sospensione, a mio giudizio, va accordata almeno fino al 3 marzo, per consentire che l'emendamento presentato al Senato al decreto legge che prevede la proroga del blocco degli sfratti fino al 31 dicembre termini il suo iter».