«Medicine complementari nei piani sanitari Nel Lazio spese ridotte del 40 per cento»
Tantopiù che le medicine complementari possono essere utilizzate, con risultati comprovati, in combinazione o in successione o in alternativa a quelle convenzionali con costi economici molto contenuti». Lo ha dichiarato Enzo Foschi, consigliere del Pd della Regione Lazio, presentando pochi giorni fa una proposta di legge per la diffusione dell'agopuntura, della fitoterapia e dell'omeopatia «Disposizioni in materia di medicine complementari esercitate da medici, odontoiatri, veterinari e farmacisti». «A fronte, infatti, del continuo aumento della spesa sanitaria dovuto soprattutto all'incremento delle malattie croniche, che in Italia affliggono ben 17 milioni di persone - ha spiegato il consigliere della Regione Lazio - gli studi di farmaeconomia evidenziano che i medici che utilizzano anche le medicine complementari, oltre a raggiungere un migliore livello di salute dei cittadini, contribuiscono alla realizzazione di un concreto risparmio della spesa sanitaria nonché a una riduzione del consumo di farmaci di uso cronico». Enzo Foschi ha affermato che «i risultati, sono, quindi, sia il raggiungimento e il mantenimento di un migliore stato di salute delle persone sia una positiva azione di riduzione della spesa sanitaria, fino al 40%, che, come è noto, incide pesantemente sul bilancio regionale. E ciò ben si sposa con il tema centrale del Piano di rientro della Sanità, teso e mirato soprattutto al contenimento delle spese e degli sprechi». Secondo recenti indagini Censis 2008, inoltre, si avvalgono delle medicine complementari più del 23% degli italiani e la medicina più utilizzata è quella omeopatica mentre i medici che nell'esercizio della loro professione utilizzano medicine non convenzionali sono più di 10 mila e la domanda di formazione in tali discipline è in continuo aumento. Per il Lazio è opportuno evidenziare che le medicine non convenzionali sono ampiamente diffuse da lungo tempo sul territorio. La Fitoterapia, da sempre praticata nella regione, è una terapia antica e popolare, da cui è nata la farmacologia chimica attuale. L'agopuntura fu fatta conoscere in Occidente nel XVII secolo da un famoso gesuita e insigne sinologo, padre Matteo Ricci, e si è diffusa ampiamente a Roma e sul territorio regionale fin dall'ultimo dopoguerra. «Il Lazio - ha dichiarato Francesco Marino, vicepresidente della Federazione italiana associazioni e medici omeopati (Fiamo) - ha dunque da sempre accolto con favore, intelligenza e lungimiranza le valide novità nel campo medico».