Sotto esame impronte e box auto
È sempre presente in aula. Sul banco degli imputati ha un foglio sul quale prende appunti, si segna le dichiarazioni degli avvocati, le affermazioni della pubblica accusa e le decisioni della Corte. Luca Bianchini, sotto processo perché accusato di aver violentato tre donne nei garage all'Ardeatino e alla Bufalotta, anche ieri era seduto accanto ai suoi due difensori, gli avvocati Bruno Andreozzi e Giorgio Olmi. Quella di ieri è stata un'udienza incentrata sulle testimonianze di cinque agenti della polizia di Stato: dagli uomini della Scientifica a quelli delle volanti. Due poliziotti hanno cercato di ricostruire l'attività investigativa: dai rilievi sul luogo delle violenze sessuali, alle fotografie scattate nei box auto. Diverse sono state le domande che facevano riferimento alle impronte digitali ritrovate nel corso delle indagini. In alcuni casi, secondo quanto detto dagli agenti, non sono state trovate impronte utili alle indagini, in altre invece sono state trovate impronte parziali, cioè con dieci punti visibili su diciassette. Nel corso dell'udienza sono stati riportati anche i risultati degli esami su alcune tracce biologiche che sono state ritrovate dagli investigatori nella Smart di una delle donne stuprate. Insomma, in aula è già iniziata una battaglia «tecnica» tra accusa e difesa. Gli altri agenti, ascoltati dalla Corte della settima sezione, hanno descritto come si accedeva ai box dove sono avvenute le violenze sessuali, contestate dalla procura all'ex coordinatore della sezione Pd del Torrino: dalla visibilità durante la discesa verso i garage, alla presenza o meno di luoghi dove una persona si poteva nascondere in attesa dell'ingresso delle vittime prescelte. La Corte, ieri pomeriggio, ha poi deciso di rinviare il processo al prossimo 3 febbraio, occasione in cui saranno depositate dalla Scientifica altre fotografie e saranno ascoltati i tecnici che hanno esaminato i computer di Bianchini: uno sequestrato nella sua abitazione e il secondo nel suo ufficio. L'udienza successiva ci sarà invece a marzo, mese in cui la Corte ha intenzione di fissare due-tre udienze alla settimana per arrivare il prima possibile a una sentenza.