Decoro, sconti a chi ristruttura
Almeno fino a un secolo fa era la facciata del palazzo a raccontarci storie e titoli di chi ci aveva abitato. Non solo l'architettura ma anche, o soprattutto, il colore della facciata e delle decorazioni che impreziosivano l'edificio, indicavano la scala sociale e l'importanza della famiglia proprietaria. Un'ostentazione dei nobili romani che aveva di fatto «dipinto» Roma di «color rubino», grazie al massiccio impiego del laterizio dal tono rosso mattone; poi seguì il colore «dell'aria» e quello delle «colline». Un vero tesoro, insomma, che ora il Campidoglio intende valorizzare. Il «Piano colore», uno dei primi punti nel programma del delegato del sindaco al Centro storico, Dino Gasperini, è stato infatti trasformato in delibera su iniziativa della consigliera Pdl, Lavinia Mennuni, e verrà sottoposto all'esame del Consiglio comunale giovedì prossimo. Un passo importante verso quel decoro urbano che non può non considerare la manutenzione degli edifici. Sarebbe infatti inutile avere strade pulite e palazzi fatiscenti. Ecco allora che il piano estende la tutela storico-architettonica e monumentale anche al patrimonio cromatico e decorativo dei prospetti degli edifici, nonché a regolamentare gli "accessori" di arredo urbano, come insegne, panchine, targhe. La tutela dell'immagine dell'area urbana pur prevedendo regole per tutti i «territori municipali», interesserà, per ovvie ragioni, soprattutto la città storica. La manutenzione e la ristrutturazione delle facciate non è, però, a costo zero. Per questo l'amministrazione procederà allo snellimento delle procedure per il rilascio delle autorizzazioni di occupazione di suolo pubblico e delle Dia, le dichiarazioni di inizio attività, per i lavori di ristrutturazione. Non solo. Verranno poi introdotti sgravi fiscali, come ad esempio l'esenzione della tassa di occupazione di suolo pubblico e inseriti appositi fondi nel bilancio di previsione.