Villa Fulvia, 200 bimbi senza cure
«È arrivato il momento di lasciar stare le buone maniere». Come nonno Libero della fortunata serie tv "Il medico in famiglia", anche nonno Valter sa quando non è più il caso di continuare ad essere tanto educati e pazienti. Quel momento è arrivato, perché non ci sono più soldi dalla Regione per il servizio di neuropsichiatria infantile e Villa Fulvia lo chiude e licenzia. Un dramma per nonno Valter, che ha una nipotina di 8 anni affetta da ritardo generalizzato dello sviluppo. Ma anche per i genitori degli altri 199 bambini con gravi disabilità neuromotorie che stanno per perdere continuità assistenziale e riabilitativa nella clinica privata in via Appia Nuova a Quarto Miglio. A Villa Fulvia il piccolo esercito era approdato nel 2006, quando la Regione Lazio con «pressanti pressioni» convinse Villa Fulvia a prendere in carico 200 dei mille bambini seguiti all'ex Ikt, chiusa dopo il caso di Lady Asl. Villa Fulvia aprì il servizo di neuropsichiatria infantile, con 130 operatori. Ma oggi non ci sono né soldi né futuro. «Nel decreto regionale 99/09 c'è solo il 10% di quel che serve» spiega il dottor Pierangelo Bianchi responsabile del servizio. Sabato mattina, mamme e papà in rappresentanza del Comitato genitori erano a Villa Fulvia. È bastato guardarli in faccia per capire cosa si prova a essere i genitori di bambini nati sani, almeno così sembrava. Ma poi questi genitori si sono ritrovati a imparare i nomi complicati di malattie mai sentite pronunciare. Come la sindrome di Rett, ad esempio, che «prima o poi renderà la mia Azzurra, che ha 8 anni, quasi un vegetale» dice Roberta, la mamma. Dolore, ma anche dignità e coraggio. «I nostri figli per strada fanno paura - racconta Stefania - abbiamo cercato di proteggerli e invece siamo costretti a esporre i nostri problemi di fronte a tutti». Ma c'è qualcosa che fa male più del percorso che molte famiglie hanno dovuto intraprendere per arrivare a una diagnosi certa. «È la vergogna di sentirsi appiccicato addosso il marchio dell'ex Ikt: non siamo ladri quando ci presentiamo a chiedere una certezza nella continuità delle terapie che i nostri figli sono ormai abituati a fare qui a Villa Fulvia». Manca l'accreditamento del servizio di Neuropsichiatria infantile ex art. 26 della legge 833/78. Ma nonostante il parere favorevole della Asl RmB, non è arrivato mai nemmeno quello provvisorio. Incontri e sit-in alla Regione non hanno dato frutti. Le liste sono bloccate e ci sono 700 bambini in attesa, di cui la metà sotto i 3 anni, 900 nella Asl RmB. «Vuol dire che si vuole la chiusura del servizio e che per i nostri figli non ci sarà posto altrove». L'ultimo colpo l'ha dato il decreto della Regione 99/09: solo il 10% dei fondi che servono per il 2010 «che determina l'impossibilità di proseguire l'attività e il licenziamento di 130 operatori» annuncia il presidente del Cda Giulio Turchi in un documento in cui chiede al «commissario di governo Guzzanti e al vicepresidente della Regione Lazio Montino» «di sospendere il decreto» e «assicurare ai soggetti interessati una risposta assistenziale tempestiva e di lungo periodo». E Mario Ricci, responsabile Uil sanità di Roma e Lazio esprime preoccupazione «per la messa in mobilità dei lavoratori con la contestuale perdita del posto di lavoro e la enorme difficoltà a reinserirsi».