Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Il cinema Gregory all'Aurelio è gremito di militanti

default_image

  • a
  • a
  • a

RenataPolverini e Francesco Storace mano nella mano sul palco intonano Fratelli d'Italia. La candidata del Pdl alla Regione Lazio si è presentata così al popolo de La Destra che ieri ha aperto la campagna elettorale per sostenere la donna che dovrà «riscattare la ferita delle elezioni perse nel 2005». Il segretario Storace la invita a salire sul palco con un incitamento che è tutto un programma: «Polverizziamoli». E lei, appena prende il microfono, si toglie la giacca (non a caso rossa, «perché i colori non devono avere appartenenza politica»), resta per un attimo con un succinto top nero e poi indossa una maglietta bianca con la scritta «Salviamo il Santa Lucia», l'ospedale per disabili che rischia di chiudere. «Un gesto per un impegno che ho preso stamani», spiega. Poi il primo pensiero va alla vedova Almirante, seduta in prima fila: «Una donna straordinaria» (poco prima un gruppo di militanti l'aveva salutata al grido di «Giorgio, Giorgio» con la mano tesa nel saluto romano). Ma dopo i convenevoli la Polverini lancia un monito alla coalizione di centrodestra e a chi ha nutrito dubbi sulla sua candidatura: «Basta attacchi tra i partiti che sostengono la nostra coalizione». Un appello a restare uniti per «non dare spazi dove insinuarsi ai nostri avversari». Ma le differenze ci sono. E sono chiare. Storace non ci gira intorno: «È chiaro che Casini ha scelto questa parte politica per opportunismo. Se l'Udc avesse appoggiato la Bonino le frutterie di Roma avrebbero esaurito le scorte in un'ora». Poi la Polverini elenca le priorità che andranno affrontate nella prossima legislatura regionale. Molti temi che stanno a cuore alla Destra. «Partiremo dal sostegno al reddito in base al numero dei componenti del nucleo familiare - assicura - torneremo a parlare di agricoltura e turismo. Istituiremo una struttura per controllare la spesa e ci occuperemo dei pendolari». E poi il lavoro. «Perché ci si può occupare bene di lavoro anche dal centrodestra. Anzi, non credo che la sinistra sia più in grado di dare le risposte necessarie». Sulla sanità Storace e Polverini la pensano allo stesso modo. Lui ricorda che «noi gli ospedali invece di chiuderli li abbiamo aperti». Lei dice di «non voler più sentire parlare di buco nella sanità. In questi cinque anni ho visto solo aumentare il deficit che deve essere un problema nostro, non dei cittadini». Alla fine la Polverini assicura a Storace che il suo desiderio sarà esaudito: «Quando vincerò sarai tu ad accompagnarmi al secondo piano della Regione». In quegli uffici di Marrazzo che Storace aveva dovuto lasciare nel 2005. Quel Marrazzo, scomparso dalla scena politica, che continua comunque ad essere protagonista nelle battutte degli oratori in sala. «Ereditiamo una Regione di trans-izione» (Vincenzo Piso, segretario regionale del Pdl), «Uno straordinario caso di travestimento politico» (Storace), «C'è chi gli ospedali li ha aperti e chi invece ci è andato per curare i suoi vizi» (Teodoro Buontempo, presidente de La Destra). Per finire sempre con Storace: «Il prossimo presidente, vi assicuro, non sarà un cocainomane». Parole forti, per una battaglia che, come spiega lo stesso segretario de La Destra ai militanti, sarà una rivincita. La sua poltrona è già prenotata. O da assessore o da presidente del Consiglio regionale. La Polverini non entra nel merito. Ma assicura che la sua sarà una «Giunta forte dove tutte le forze elettorali "vere" saranno rappresentante». Storace è pronto a tornare.

Dai blog