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«C'è crisi anche per noi e tanti hanno mollato»

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Gliaffari vanno male per i driver romani. Qualcuno parla di vero e proprio crollo. «Il nostro settore piange lacrime amare – lamenta un conducente giovane, figlio di tassista ormai in pensione – faccio il tassista da cinque anni, ho una moglie, un figlio e un mutuo da pagare e non riesco ad arrivare alla fine del mese. Parlano male di noi tassisti? Chi lo fa dovrebbe provare a fare questo mestiere per un mese intero per rendersi conto di cosa significa oggi». È quasi un tormentone tra i conducenti delle auto bianche: da un anno all'altro la perdita degli affari registrata è tra il 30 e il 40%. «Colpa» anche del calo dei turisti a Roma nel 2009 e del turismo cosiddetto business, che ha inevitabilmente penalizzato la categoria. Ma sono soprattutto le tariffe ritenute troppo basse a salire sul banco degli imputati. Un altro conducente che fa questo mestiere da più di 20 anni racconta di «essere stato in prima linea riguardo tutte le battaglie sindacali degli ultimi anni». «È una vergogna quando si dice che noi abbiamo i prezzi troppo alti. Lei ha mai preso un taxi a Parigi, Londra, Madrid? Le nostre tariffe sono tra le più basse d'Europa e sono ferme ormai da tre anni mentre nel frattempo il costo della vita è lievitato. Anche l'accordo sottoscritto nel 2007 con Veltroni è stato a mio parere una cosa ridicola perché ci erano state fatte delle promesse poi non mantenute». Un suo collega incalza: «La verità è che ogni occasione, da parte della politica, ma anche dei giornali, è buona per venirci addosso. Noi non chiediamo niente altro di più o di diverso di quello che chiedono i lavoratori di altri settori, penalizzati dalla crisi. Perché, però, se lo facciamo noi passiamo per quelli incontentabili, senza scrupoli, e così via..? È assurdo». Al Comune i più chiedono «una revisione delle tariffe senza gravare sulle tasche dei consumatori». Un altro veterano del mestiere, tassista da 30 anni a Roma, spiega: «Stiamo facendo una battaglia sull'introduzione della tariffa progressiva in modo di arrivare in poco tempo a una tariffa unica. Questo anche per garantire una maggiore trasparenza del servizio nei confronti dell'utente». Intanto la crisi ha già fatto le prime vittime. «Conosco decine di colleghi che nell'ultimo anno si sono ritirati in pensione – racconta un altro conducente, su piazza da 12 anni – io resisto perché questo mestiere mi piace e perché credo in una ripresa, ma se non si decide seriamente a cambiare politica nei nostri riguardi, temo che per noi non ci sarà futuro». Dam.Ver.

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