I legali dei bimbi: si faccia il processo
«Nel nuovo filone dell'inchiesta potrebbero presto comparire anche altre persone, di quelle già sentite all'inizio dell'indagine ma poi via via scartate dagli inquirenti». L'ipotesi del professor Carlo Taormina su nuovi indagati di «ritorno» nell'inchiesta che da 4 anni cerca di fare luce sui presunti abusi sessuali ai danni dei 21 bambini dell'asilo di Rignano Flaminio ha finito di movimentare ieri il prologo della quarta seduta dell'udienza preliminare al Tribunale di Tivoli. «Di questa donna dell'est (che sarebbe stata iscritta sul registro degli indagati) noi non sappiamo proprio nulla, né di questa villa di Montelarco, però tutto ciò che aiuterà ad accertare la verità è bene accetto», ha commentato uno dei genitori, che di professione fa il poliziotto. Solo un piano sotto a quello dove si celebra l'udienza preliminare c'è l'ufficio del sostituto procuratore titolare dell'inchiesta «Rignano Bis», Maria Domenica Perna, che però si è trincerata dietro un fermo «no comment». Più loquace il suo predecessore, il pm Marco Mansi, che ora è passato alla procura romana ma ancora rappresenta l'accusa nell'udienza preliminare: «Delle nuove indagini non so nulla, però quelle finora svolte hanno i riscontri necessari per meritare un approfondimento nel dibattimento». Della stessa convinzione è l'avvocato di parte civile Pietro Nicotera: «Sono stati dati al giudice molteplici elementi per il rinvio a giudizio degli indagati, credo che il giudice non si potrà esimere dal farlo». Concetto ribadito anche da altre parti civili, che nell'udienza di oggi lasceranno la parola ai difensori (anche sabato 30, prima della decisione finale attesa per il 5 febbraio): «Il rinvio a giudizio è ormai imprescindibile - hanno detto gli avvocati Franco Merlino e Antonio Cardamone, rappresentanti di 4 famiglie - l'incidente probatorio ha escluso sia l'induzione che la suggestione dei bambini». Di tutt'altro tenore l'intervento dell'unico difensore nell'udienza di ieri: «Non ci sono né prove fisiche, né elementi oggettivi - ha detto Giulia Cammilletti, legale della bidella Cristina Lunerti - con qualsiasi altra accusa avremmo avuto un proscioglimento. Ma qui, invece dei fatti oggettivi, si punta su quelli emotivi».