È scontro sull'aborto

«Rivendico la mia campagna contro l'aborto». La campagna elettorale s'infiamma sui temi dell'etica e della vita ed Emma Bonino, candidata del centrosinistra alla presidenza del Lazio, passa al contrattacco. Non è affatto turbata dalla foto pubblicata da Libero che la ritrae mentre pratica un'interruzione di gravidanza clandestina negli Anni '70. Intervistata nel corso della trasmissione «Resti tra noi» su Red Tv, la Bonino rivendica orgogliosa: «Sono contenta di aver aiutato tante donne» E spiega: «All'epoca abbiamo praticato il metodo più moderno, tramite l'aspirazione e non il raschiamento. A quel tempo l'alternativa erano le mammane o il ferro da calza. In quegli anni l'aborto clandestino era molto praticato, era anche una questione di classe, soltanto chi aveva i soldi poteva permettersi di andare ad abortire all'estero. Nel giugno del 1975 mi sono persino dovuta consegnare in Questura assieme ad altre compagne minacciandoli di omissione di atti d'ufficio se non mi avessero arrestato». La candidata del centrodestra, Renata Polverini, dal canto suo, preferisce non commentare la foto della Bonino e si cela dietro un laconico: «Mi dispiace se questa cosa è vera. Siamo due donne diverse, ciascuna ha la sua storia e se la porta dietro». Sul programma la Bonino ammonisce: «Non basta essere antiberlusconiani per avere una prospettiva di rilancio». E sulla sua candidatura risponde: «Credo di essere molto credibile, come commissario europeo ho dato prova di credibilità, gestivo ben mille miliardi di aiuti umanitari, e anche da ministro penso di aver confermato una buona immagine di me. Sono una liberale einaudiana. Credo nei diritti individuali della persona come la libertà di amare chi si vuole, credo inoltre nella legalità e nel rispetto delle leggi. Non ho problemi coi cattolici: mia madre era molto credente, ma mi ripeteva sempre che non ha senso la religione privandola del libero arbitrio, io l'ho imparato. Trovo irrispettoso parlare dei cattolici come un pacco di voti». Sulla sanità, la Bonino è tagliente: «I cittadini del Lazio hanno l'impressione che non ci siano posti letto o ambulatori, perché devono aspettare una vita in lista d'attesa. In realtà è il contrario, i posti letto sono pure troppi, solo che non sono messi tutti in rete». Giornata intensa quella di ieri per la Bonino, utile per definire la campagna elettorale. Giornata non priva di polemiche. Tutte interne al Pd. A scatenarle l'ipotesi di nominare Riccardo Milana (bersaniano, ex rutelliano, di area cattolica) coordinatore della campagna elettorale. Il nome di Milana sarebbe emerso dopo una riunione tra il segretario Mazzoli e alcuni esponenti di spicco del Pd, tra cui il franceschiniano Roberto Morassut, il popolare Lucio D'Ubaldo, il bersaniano Claudio Mancini e il bettiniano-mariniano Michele Meta. Una nomina, quella di Milana, capace di scatenare i mugugni della minoranza: i franceschiniani (Morassut ne contesta «il metodo») e i bettiniani (fino a giovedì doveva essere proprio Meta l'uomo giusto da mettere al fianco della Bonino). Milana taglia corto: «Deciderà la Bonino». E il segretario Mazzoli annuncia che già questa sera verranno definite tutte le funzioni all'interno del comitato elettorale. Intanto prende corpo il programma della Bonino. Oggi e domani tour nei mercati della Capitale: Casal de' Pazzi e Villa Gordiani stamane; Porta Portese domattina, quando passerà anche alla Circolo Pd Centro storico di via dei Giubbonari per un saluto ai militanti. Nel pomeriggio di domani la Bonino visiterà tre paesi dei Castelli Romani: Ciampino, Marino e Frascati.