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Esplosione nella sede dei carabinieri

Roma, bomba alla sede dei carabinieri. I Ros seguono la pista delle Brigate Rossi

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Sembrerebbe proprio un attentato nel segno delle Brigate Rosse quello di ieri alla sede dei carabinieri in Congedo sezione Monte Sacro, ospitata nell'Istituto tecnico commerciale Matteucci. L'ordigno: nove bombole del gas per fornelletti da campeggio, collegate in serie a una sveglia dotata di batterie per far detonare il tutto. La deflagrazione all'1,30 di notte, una vampata, vetri in frantumi. Attentato rivendicato ieri mattina alle 10,30 dalla «Cellula di resistenza proletaria - nucleo Mario Galesi», gruppo già conosciuto alle forze dell'ordine. Indagano i carabinieri del Ros. «Ho capito quanto era successo alle 7.30 qui a scuola accompagnando mio figlio – racconta Elio Giuseppe Di Pinto, presidente dell'associazione – Ho visto colleghi, era tutto nero e mi sono precipitato». Le targhe che identificavano la sede, parzialmente divelte e bruciate. In frantumi i vetri della cancellata che ha resistito all'esplosione. La bomba artigianale era stata collocata davanti l'ingresso dell'associazione. Completamente anneriti dalle fiamme anche parte del disimpegno e del corridoio interno. Il luogo era perfetto per questa prova di forza: parzialmente isolato, accanto ai viadotti dei presidenti, abbastanza distanti i condomini di zona. Sul posto sono arrivati i carabinieri della Compagnia Monte Sacro e i vigili del fuoco. Alcune ore dopo, alle 10,30, la rivendicazione telefonica alla redazione di un quotidiano in cui si descriveva l'azione come «contro la criminale brutalità della borghesia imperialista». Il nome del nucleo terrorista si rifà a un componente delle Nuove Brigate Rosse. «Non capisco come si possa voler colpire la sede di un gruppo di pensionati», continua il presidente dell'associazione. «Avendo a che fare con gli studenti, se ne percepiscono gli umori. Mai nulla contro i carabinieri in congedo – dice Michele De Gaetano, preside del Matteucci – L'episodio ci impensierisce per il futuro. Ne parleremo fra professori». «Condanniamo con fermezza questo attacco vigliacco e infame – ha detto Antonello Aurigemma, consigliere comunale Pdl - L'associazione, la cui sede ho avuto l'onore di inaugurare nel 2001, ha svolto attività di sostegno non solo per i propri associati, ma anche opera di volontariato sociale per il Municipio. Il nome di Stefano Cucchi, arrestato a ottobre e poi morto nella sezione detentiva dell'ospedale Sandro Pertini dopo un pestaggio, e quello di Carlo Giuliani, morto durante il G8 di Genova: sono i due giovani citati nella rivendicazione.  

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