Arrivano gli acchiappapipistrelli
Il più celebre è Batman, l'uomo pipistrello in lotta contro la follia malvagia degli uomini. Un contrappasso nato dalla fantasia di Bob Kane e Bill Finger, che restituisce molte virtù al bistrattato e ancora misterioso pipistrello. L'animale principe della notte, protagonista sullo sfondo dei classici dell'horror, indispensabile arredo per raccontare storie di fantasmi, vampiri e creature mostruose. Il pipistrello, nonostante la sua importanza nell'ecosistema al punto da meritare una norma di tutela, è un'animale che paga una immeritata cattiva fama nell'immaginario collettivo. Per fortuna che dalla sua parte ci sono scienziati, ambientalisti e da un po' di tempo nel Lazio anche i «bat buster». Ovvero gli «acchiappapipistrelli». Una squadra altamente specializzata, presente solo nella nostra regione, nello studio di questi particolari mammiferi, i cui comportamenti sono ancora in larga parte da decifrare. Un lavoro, al quale partecipano scienziati, naturalisti e guardiaparco, che ha consentito negli ultimi due anni di allestire una banca dati con 1700 informazioni di cui il 30% raccolte con il «bat detector», uno strumento che registra gli ultrasuoni dei pipistrelli e stabilisce specie, età e parametri scientifici. A raccontare gli «acchiappapipistrelli» è Ivana Pizzoli, naturalista dell'Arpa, nel corso della Conferenza sulle aree protette del Lazio in corso all'Auditorium. «Le squadre si muovono di notte, dopo il tramonto, in primavera e estate, nei periodi in cui i pipistrelli sono attivi. Poi vanno in letargo. Grazie a questo sistema di monitoraggio hi-tech è stata accertata la presenza di una specie molto rara come il Barbastello, una specie molto tutelata, ritenuta prioritaria dalla Comunità europea che vive in boschi maturi, dove fa i rifugi sotto le cortecce degli alberi molto vecchi. La sua diffusione è accertata tra la Duchessa, Bracciano e Navegna-Cervia. Finora, il Barbastello era stato studiato solo nel parco nazionale d'Abruzzo e avevamo solo reperti dell'Ottocento nei musei». Un tempo padroni di grotte, cavità di vecchi alberi e ruderi abbandonati, i pipistrelli sono finiti nella lista rossa del WWF e classificati tra le specie in pericolo a causa dell'uso abbondante di pesticidi e per la sostituzione dei boschi maturi con nuovi alberi. Insomma un bel problema, lungi da quello dei pipistrelli americani decimati da un fungo che li attacca durante il letargo. Un fenomeno di tale portata finito sulle pagine di «Nature» e che preoccupa i biologi anche in Europa. E mentre gli scienziati sono al capezzale di questi mammiferi antichissimi, mangiatori di insetti, utili all'ecosistema e innocui per l'uomo c'è chi, come l'Arf - Associazione recupero Fauna - promuove nella capitale, corsi di primo soccorso per chirotteri (nome scientifico dei pipistrelli) al fine di accudirli nel modo migliore in caso di necessità. Un modo per avvicinare le persone a queste particolari creature. Sfatando timori e pregiudizi perché i pipistrelli non solo non si attaccano ai capelli ma se accarezzati hanno un manto morbidissimo. Come velluto.