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San Camillo, 72 ore al pronto soccorso

La protesta dei medici

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«Prima i medici al pronto soccorso, e poi le assunzioni dei primari». È questa la richiesta dei medici ospedalieri di Anaao-Assomed emersa durante l'assemblea nell'aula magna dell'azienda ospedaliera San Camillo Forlanini, cui è seguita la manifestazione davanti all'ingresso dell'ospedale su via Gianicolense a Monteverde organizzata dai medici, i veterinari, i sanitari e gli amministrativi del Servizio sanitario nazionale, di Anaao, Cimo, Aaroi, Fp-Cgil medici, Fvm, Fassid, Fesmed, Sds Snabi, Aupi, Sinafo, Fedir, Sidirss per protestare contro la «cattiva politica e gli amministratori incapaci e affaristi che stanno distruggendo la sanità pubblica». La sanità laziale è alla prese con il piano di rientro dal deficit sanitario, con risparmi che alla fine sembrano pesare soprattutto sui pazienti. «C'è chi arriva a stazionare anche 72 ore al pronto soccorso prima di un ricovero» ha spiegato Sandro Petrolati, segretario aziendale Anaao-Assomed che ha parlato anche di assunzioni «di precari a gogò spediti a fare i turni di guardia controlegge» mentre «i medici in pianta stabile sono costretti alla pensione e l'uso del telefono è stato ridotto al minimo». E c'è un primario, il prof. Claudio Giannelli, gastroenterologo, che ha solo due posti letto, per giunta «prestati da un altro reparto gestito da un primario incaricato che ne ha 20». A fronte di questi risparmi, sembra stridere il fatto che l'azienda ospedaliera abbia aperto nuovi concorsi per primari. «A ridosso di Natale, il 22 dicembre, è stata approvata una delibera per nove concorsi da primario» ricorda Petrolati. E una settimana fa, dopo l'Epifania, il 13 gennaio ne sono stati banditi altri cinque, incarichi relativi alle discipline di anatomia patologica, radiodiagnostica, malattie dell'apparato respiratorio, chirurgia plastica, ortopedia e traumatologia. Nello stesso giorno è stata approvata con delibera anche la «modifica all'atto aziendale e la nuova pianta organica» dicono i sindacati. In totale 14 primari in 15 giorni. «Un primato fra tutte le aziende e con 2-3 primari per la stessa» sottolineano i sindacati che contestano il fatto che «due primari da sostituire vanno in pensione addirittura a marzo ed aprile 2010». La morale, per Petrolati è che «si colpiscono le piccole strutture per far posto a strutture complesse» continua Petrolati. Si ribellano anche i medici con 40 anni di contributi mandati in pensione. In 13 si sono rivolti al Tar, e il 4 gennaio hanno avuto ragione. Il pensionamento è stato sospeso ma sono stati «declassati». Come è successo ad Andrea Fanti, pneumologo. Ma lo stipendio lo prende lo stesso.

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