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Ghetto, affreschi e buongustai

Madonna e Guy Ritchie

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Ci ha lavorato un mese. Ha ridato colore alle fronde degli alberi, al rosa-azzurro del cielo, all'argenteo del fiume. Così i paparazzati gourmet che siedono ai tavoli hanno un motivo in più per avere appetito. Perché il ristorante Piperno, a Monte dei Cenci, mostra ora restaurati due grandi affreschi. A ridar lustro ai dipinti è una habitué di Roma sparita, della sua storia, delle leggende. E del pennello. Huguette Girauds, pittrice e storica francese, ha restaurato i più affascinanti interni della capitale: la Casina Valadier e la Cappella Cenci, tra l'altro. E tanto è presa da certe storie romane, da questa città che gronda genio e sangue, che è alla ricerca accanita di documenti e testimonianze dei tempi andati. Notizie che ha riversato, per esempio, in una biografia dedicata a Beatrice Cenci, bella e sfortunata vittima del brutale padre. «Ventisei anni fa - racconta Girauds - ho restaurato la Cappella Cenci. Un lavoro lungo. Nella piazzetta a un passo dal Tevere mi conoscevano tutti. Anche i titolari del ristorante Piperno. Che mi chiesero di intervenire su una coppia di affreschi dello storico locale. Sono opere di anonimo, ma riuscii a stabilirne la datazione, attorno alla metà del Settecento, il 1740 per l'esattezza. Il soggetto? Il fiume, così attiguo al palazzo dove ha sede il locale. Ecco le rive e le barche, con il trasporto delle botti; ecco gli scorci di Roma, i passanti sotto un arco, un soldato che fa la guardia. Buona fattura, di quell'artista anonimo. Ma l'umidità del fiume corrompe tutto. Così tre anni fa sono di nuovo intervenuta sulla Cappella Cenci e ora sugli affreschi di monsier Pipernò», conclude con tocco parigino. In realtà i Piperno, che aprirono nel 1860 l'Hostaria in quelle che erano state le scuderie dei Cenci, non sono più i proprietari del ristorante. Nel 1963 hanno rilevato questo tempio dei «carciofi alla giudia» (e di tutte le squisitezze della cucina romanesca) i Mazzarella-Boni. Ed è allora Pier Paolo Boni a raccontare degli avventori. Francesco Cossiga, ghiotto dei fritti quanto Eugenio Scalfari e di Giscard d'Estaing. Giancarlo Magalli, fissato con la matriciana e la carbonara. «Tom Cruise ha pranzato da noi con Nicole Kidman e poi con Penelope Cruz - racconta Boni - Ma poi la Cruz si è fatta accompagnare qui da McConaughey. E Madonna arrivò una sera tutta imbacuccata per sedersi al tavolo dov'erano già Guy Ritchie e altri ospiti italiani». Buona visione.

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