Formello ritrova il tempo della meridiana
Con la conclusione del restauro della antica meridiana a camera oscura, nella chiesa di San Lorenzo Martire a Formello, a seguito del ritrovamento avvenuto in questi ultimi anni da parte dell'attuale parroco don Luigi Peri, il Lazio aggiunge un pregevole elemento storico, scientifico oltre che didattico al suo patrimonio culturale. Unico esempio di tipo a camera oscura nell'Italia centrale, esclusa Roma di cui ricordiamo quella di Santa Maria degli Angeli (1702), Torre Calandrelli all'Osservatorio del Collegio Romano (1787) e la Torre dei Venti al Vaticano (1580). Sono poche le meridiane esistenti in Italia come quella a camera oscura nella chiesa di San Lorenzo Martire a Formello: poco più di 70 a "camera oscura" su un totale di 15.000. «La piccola meridiana, un terzo nelle dimensioni rispetto a quella di Santa Maria degli Angeli a Roma, da cui sono state prese le proporzioni e il disegno dei segni zodiacali posti sulla pavimentazione – racconta don Luigi insieme al dottore Mario Catamo e il dottor Cesare Lucarini che ne hanno curato il restauro, - serviva alla regolazione dell'orologio meccanico posto al di fuori della chiesa che aveva la necessità di essere tarato periodicamente a causa del particolare sistema di misurazione delle ore in vigore al tempo della sua realizzazione». L'ora italica, in uso fino al 1800, divideva il giorno in 24 ore s'iniziava al tramonto e finiva con il compimento della ventiquattresima ora al tramonto successivo, aveva l'inconveniente di doversi adeguare alla variazione del tramonto stesso nell'arco dell'anno; lo stesso momento della giornata era individuato, al variare delle stagioni, con orari diversi. Infatti il mezzodì dei nostri orologi "globalizzati" attuali è completamente diverso da quello dei nostri antenati. La particolarità di questo sistema di misurazione era, di conseguenza, che il tempo misurato a Roma e quindi a Formello fosse diverso dal tempo misurato a Venezia come a Palermo in quanto lo spostamento anche di pochi gradi sui meridiani di osservazione portava ad una diversa regolazione degli orologi locali. Ma aveva, tuttavia, il vantaggio di indicare, in ogni luogo, quante ore mancavano al tramonto, dato questo di straordinaria importanza nella civiltà contadina dell'epoca, vissuta prima della riforma agraria, poiché il sopraggiungere del buio segnava la fine della lunga giornata lavorativa. Una meridiana a camera oscura, per di più, oltre ad essere usata come orologio e come calendario è allo stesso tempo anche strumento di osservazione astronomica, perché proietta su una superficie orizzontale il moto giornaliero di rotazione della terra e quello annuale di rivoluzione intorno al Sole, consentendo di analizzarli e di individuarne le leggi. Il diametro apparente del Sole, le eclissi solari, le macchie solari, diventano facilmente osservabili e finanche la variazione del mutamento dell'inclinazione nel tempo dell'asse terrestre è verificabile e misurabile. Il ritrovamento della meridiana "riscoperta" a Formello, è partito da un vecchio manoscritto custodito nella parrocchia, da cui fu dedotto che venne realizzata nel 1795, ad opera di un altro sacerdote Luigi De Sanctis dotato di notevole cultura astronomica il quale curò anche l'incisione dei segni zodiacali dei marmi i quali anche se in maggior parte ricostruiti, con giusto metodo, ci regalano oggi il fascino di poter osservare lo scorrere del tempo "federalista" e quindi locale, come in passato lo facevano i nostri avi.