Il Papa benedice mucche e cavalli
Benedetto XVI ha rivolto ieri il suo saluto e una speciale benedizione agli allevatori italiani che, in occasione della festa di Sant'Antonio Abate, hanno allestito in piazza San Pietro una una vera e propria piccola fattoria con una tensostruttura che fungeva da mini-stalla per ospitare alcuni esemplari italiani: vitelli, mucche, cavalli e conigli in rappresentanza dei 600 milioni di animali presenti nelle stalle italiane. «Cari amici dell'Associazione Italiana Allevatori - ha detto il Papa - esprimo apprezzamento per il vostro impegno in favore di uno sviluppo giusto, solidale e rispettoso dell'ambiente, e auspico ogni bene per la vostra attività». Già sabato scorso un nutrito gruppo dell'Aia ha partecipato alla messa, celebrata nella basilica vaticana dal cardinale Angelo Comastri, e alla successiva benedizione. La Coldiretti sottolinea che quella di ieri è una ricorrenza molto sentita nelle chiese di campagna, dove gli allevatori portano i propri animali per la benedizione. In Italia, ricorda la Coldiretti, sono presenti più di dieci animali per ogni abitante: si tratta di una tradizione che si è diffusa anche nelle parrocchie delle città dove sono coinvolti invece gli animali domestici come cani, gatti, pesci e uccellini. Ma mentre «molte parrocchie delle città e delle campagne sono state prese d'assalto da animali giunti dalla case e dalle aziende agricole, piazza San Pietro è stata insolitamente invasa - rileva Coldiretti - dall' arca degli animali presenti nelle stalle italiane, che sono spesso sconosciuti alle nuove generazioni, come mucche, cavalli, asini, maiali, pecore, galline e conigli». Centinaia tra cani e gatti in fila per la benedizione anche nella parrocchia di Setteville a Guidonia Montecelio. Sabato erano tantissimi infatti gli animali pronti a ricevere l'unzione del parroco della chiesa santa Maria. «I cani a destra e i gatti a sinistra», la prima raccomandazione all'ingresso dei quattrozampe. Tra guaiti e miagolii assordanti il sacerdote ha tranquillizzato i padroni dicendo serenamente: «Non preoccupatevi del chiasso creato da questi animali, è meno assordante di quello fatto da certi uomini». (Ha collaborato Carmine D'Urso)