Fallimento anti-Telecom, 5 arresti
Unatruffa alla Telecom da oltre sei milioni di euro. Il presunto raggiro è stato scoperto dagli uomini della Guardia di finanza del Comando provinciale di Roma in due anni di indagine. Cinque le persone colpite da ordine di custodia cautelare in carcere per ipotizzata bancarotta fraudolenta. Sono un commercialista milanese - C.M., 60 anni, per giunta tra i rappresentanti dell'Ordine dei commercialisti - un avvocato svizzero, B.R., 50 anni, per il quale è stata presentata rogatoria, un imprenditore di Milano, C.M. anche lui di 50 anni, e due investitori di Torino e Ravenna della stesa età. Secondo gli accertamenti della Finanza, sono loro che nel 2003 costituiscono la International Resselling Corporation. Sede legale a Roma, dove sono molte le sigle che falliscono e si spera quindi che sia un buon nascondiglio per un eventuale crac. Attività: call center e acquisto di traffico telefonico dalla Telecom (cioè ore e ore di conversazione) e rivenderlo a operatori di seconda fila che cercano clienti offrendo abbonamenti a tariffe invitanti. All'inizio gli affari vanno. Sembra che il mercato offra spazi interessanti. Ma l'impressione dura poco. Nello stesso settore, infatti, sono diverse le società nate e decedute in fretta. Dopo quattro anni, infatti, la corporation chiude i battenti, finendo in quel fitto elenco di fallimenti dove la Finanza regolarmente va a mettere il naso per verificare come stanno le cose. Prima del default, però, i soci tentano di salvare il salvabile. Come? Non pagano i fornitori (la Telecom) e facendo sparire quel che resta in cassa: 2 milioni e mezzo. Così si rivolgono allo specialista di Milano. Il commercialista contatta l'avvocato elvetico e insieme studiano il da farsi. Inventano un costo: la società deve acquistare un software da 2 milioni e mezzo di euro a Hong Kong, capitale del business dove il legale è in affari con altri manager. Intermediario dell'affare figura un extracomunitario del Burkina Faso trovato a Roma, una testa di legno. I soldi passano a un fiduciario, poi in Svizzera e in ultimo nei conti correnti dei cinque, nella convinzione che la carambola basti per far perde le tracce degli euro. Per l'operazione commercialista e avvocato intascano 300 mila euro complessivi. L'altro ieri l'arresto.