Riano, intimato il primo «sfratto» alle 117 ville sequestrate

Aquel numero c'è il borghetto «Colle del Drago» che comprende una ventina di abitazioni. Il primo dei 16 borghetti finiti nell'inchiesta del pm di Tivoli Luca Ramacci che ha ipotizzato il reato di lottizzazione abusiva. Queste case, secondo l'accusa, avrebbero dovuto avere destinazione agricola e non residenziale. Impianto accusatorio confermato anche dal gip Cecilia Angrisano. Motivo per cui risultano indagati il tecnico del Comune di Riano che ha firmato le licenze edilizie, i costruttori, i proprietari delle case e i notai che hanno rogitato gli atti di compravendita. Ma i residenti, che dal 2002 hanno iniziato a comprare le villette, invocano la buona fede: «Abbiamo le licenze del Comune, i rogiti dei notai, le perizie delle banche che ci hanno concesso il mutuo. Tutti hanno stabilito come le cose fossero in regola. E cosa accade? Otto anni dopo decidono di buttarci fuori di casa senza che il processo sia neppure iniziato». Per questo motivo ieri mattina hanno unito le forze per «salvare» Ottavio De Prosperis. Il proprietario della prima villa entrata nel mirino della Forestale. Una cinquantina di residenti si è sdraiata in mezzo alla strada per difendere la proprietà del vicino: «Perché poteva essere casa nostra. Questa non è più un'indagine giudiziaria, è diventata una vera e propria intimidazione», si sfoga Maria Pia De Pascale seduta per terra a due passi dai carabinieri. Assieme a lei ci sono anche bambini e anziani. Intere famiglie con ancora il pigiama addosso che lottano per rimanere senza un tetto. Un residente si è pure sentito male ed è stato soccorso da un medico. Lo sgombero alla fine non è stato eseguito. De Prosperis infatti vive a Colle del Drago assieme al fratello con gravi problemi di salute. La Forestale non ha potuto fare altro che constatare la situazione invitando il proprietario a trovare entro dieci giorni un'altra sistemazione. La custodia dell'immobile gli è stata tolta ed è stata affidata al comandate dei vigili urbani. De Prosperis si dice apposto con la coscienza: «Sono stato io costruire questo primo borghetto e poi ho deciso di venire a vivere qui - racconta - ho tutte le carte in regola e vorrei avere la possibilità di dimostrarlo nel processo». Adesso i residenti hanno paura che a turno la stessa sorte capiti a ognuno di loro. «È da mesi che non dormiamo più - dice Giorgio - è diventata una vita da inferno». Alla fine, dopo cinque ore di «assedio» la Forestale se n'è andata. Ma in paese hanno già iniziato a contare le ore del prossimo blitz. Dario Martini